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1.2.02 - Riflessioni di un galatrese in Argentina
di Bruno Pablo Zito

3.3.02 - Sentimento patrio di un italiano nel mondo
di Bruno Pablo Zito

28.3.02 - L'Argentina la Pasqua e la crisi
di Bruno Pablo Zito

19.5.02 - Un breve ricordo del nostro Parroco
di Ornella Sollazzo

30.5.02 - Commenti elettorali
di Domenico Distilo

23.9.02 - Situazione argentina e Reggina
di Bruno Pablo Zito

13.10.02 - Nostalgia svizzera della sirena
di Mario Sofrà

24.11.02 - Referendum, polemiche e femminismo
di Daniela Raschellà

27.11.02 - Non sono un maschilista
di Nicola Sollazzo





(1.2.02) RIFLESSIONI DI UN GALATRESE IN ARGENTINA (di Bruno Pablo Zito) - Mi chiamo Bruno Zito e sono nato a Galatro (Via Giudecca) nel 1934. I miei genitori furono Sollazzo Maria Elisabetta e Zito Vincenzo. Partimmo per l'Argentina con mia mamma e tre fratelli (Maria Carmelina, Pasquale Rocco e Maria Giuseppina), ed arrivammo nel mese di maggio del 1949.- Sebbene avevo ancora 15 anni, sognavo di essere arrivato in un paese migliore, senza guerre, con lavoro e con delle possibilità di sviluppo.- La realtà mi ha fatto vedere tutto diverso perchè ho dovuto fare moltissimi sacrifici, come tutti gli emigrati, per poter avere una casa ed una famiglia.- Molti connazionali hanno perso la loro vita senz'arrivare alla meta proposta.- Ho avuto la fortuna di realizzarmi in tutti i sensi, poiché all'età di 28 anni mi sono laureato come avvocato.- Avendo conosciuto una bellissima ragazza italiana (Marisa) mi sono sposato e dal nostro matrimonio abbiamo avuto la fortuna di avere quattro figli (Bruno Pablo, Ferdinando Gabriele, Natalia Lucia e Mariano Leonardo).- I primi due si sono anche laureati come avvocati, Natalia fa la psicologa e Mariano fa lo studente di giurisprudenza.-
Arrivati in Argentina ci aspettava mio padre, partito prima della guerra.- Ricordo con molta amarezza che molti italiani emigrati in America in quell'epoca si vergognavano di essere tali.- Purtroppo il tempo e già passato e adesso tutti si sentono orgogliosi di avere la cittadinanza italiana.- Tant'è vero che i discendenti d'italiani richiedono la cittadinanza dei loro antenati senza perdere la loro propria.- Tutti i miei figli ce l'hanno.- Nella vita di un emigrato c'è sempre della grande tristezza per aver lasciato il proprio paese, e ancor di più quando i suoi sogni affondano nel mare per non poter nemmeno ritornare al proprio paese.- Mentre il tempo passa, la nostalgia di rivedere il mio caro paese di origine è sempre più forte.- Questo capita a tutti quelli che sono stati costretti a lasciare l'Italia.- Ripeto, la vita dell'emigrato è molto sacrificata, perchè sebbene egli è stato accolto gentilmente da questa terra argentina si sente sempre un forestiero privo di diversi diritti di un autentico cittadino.- E' molto importante che adesso l'Italia, tramite la legge "Tremaglia", permetta agli italiani all'estero di partecipare alla vita politica italiana.-
Spesso parlo con la mia famiglia, del fiume Metramo, della villa, la piazza, lo stabilimento termale e la campagna di Santa Maria dove trascorrevo le mie vacanze.- Fra tanti compagni di scuola ricordo sempre con molto affetto Ferrari Claudio, Circosta Vincenzo e Sorrentino Pasquale, ma anche tutti i galatresi.- Potrei scrivere un libro sulla mia fanciullezza a Galatro, perchè fa parte di una bella età della mia vita.- Nel mese di Gennanio del 1998 insieme a mia moglie, sono stato pochi giorni nel mio paese.- E' stata per me una gioia immensa rivedere le chiese, le strade, la piazza, il fiume, e tante altre cose.- Spero ritornare quest'anno o magari il prossimo.-
Tutte le domeniche guardo un programma su Rai International, chiamato La Grande Giostra dei Gol, e mi sembra di essere in Italia.- Sono tifoso della Reggina e sono contento che quest'anno quasi sicuro ritorneremo in serie A.- Come voi sapete, in questo momento la situazione economica in argentina è di disagio, perciò mi fa molto piacere che il Governo Italiano aiuterà in tutti i sensi questo bel paese dove siamo moltissimi italiani.- Non dobbiamo dimenticare che l'Argentina ha accolto tutti noi con molto affetto e ci ha aiutato a migliorare le nostre condizioni di persone in tutti i sensi.- L'Italia è per noi italiani la mamma biologica, e l'Argentina la madre adottiva.- Dovete amare l'Italia e anche difendere la sua unità politica.-
Un abbraccio dal mio cuore per tutti i galatresi.-
Bruno Zito - Buenos Aires (Argentina)


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(3.3.02) SENTIMENTO PATRIO DI UN ITALIANO NEL MONDO (di Bruno Pablo Zito) Buenos Aires - Tutti gli italiani che per diverse circostanze siamo sparsi per il mondo sentiamo una profonda nostalgia per la nostra bandiera tricolore, e per la nostra Patria, perciò quando vediamo che qualcuno ripudia il nostro simbolo e la nostra repubblica subiamo un profondo dolore.- Leggo in prima pagina sul Corriere della Sera che al Congresso della Lega Umberto Bossi fece scrivere: "Padania Indipendente".- Non è questa la prima volta che questo cittadino che pure parla l'italiano offende la bandiera del popolo italiano, proclamando l'indipendenza della sua regione dal territorio nazionale.- Mi domando, come mai ha il coraggio di essere deputato italiano, anche ministro, facendo parte di un governo che difende l'unità italiana, un signore che non giura fedeltà all'Italia, e che sempre cerca di spaccare l'unità del nostro paese.-
Credo che il parlamento dovrebbe agire per esonerarlo e anche la giustizia ammonirlo per tradimento della Patria, della quale lui si serve, prende lo stipendio e anche riceve onori.- Vorrei una risposta su questa situazione, specialmente dal Vice-Ministro Signor Gianfranco Fini, che sempre ha detto che l'Alleanza con la Lega non avrebbe mai messo in discussione l'unità italiana.-


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(28.3.02) L'ARGENTINA, LA PASQUA E LA CRISI (di Bruno Pablo Zito) Buenos Aires - La festività della Pasqua trova questo paese con un panorama politico ed economico molto confuso e preoccupante. Il Governo non accenna a cambiare le cose, i prezzi vanno tutti i giorni aumentando e non sappiamo veramente come finirà quest'assurda situazione. Questo è un paese bellissimo, per la sua geografia, le sue risorse economiche e la sua gente, ma non riesce a scegliere dei governanti dotati di capacità e soprattutto con le mani pulite. L'anno prossimo ci saranno le elezioni del Presidente, Deputati e Governatori Provinciali ed è da sperare che tutto cambi come questa nazione merita. Sicuramente Dio aiuterà il sofferente popolo argentino.
Passando allo sport, ieri ho visto la partita tra l'Italia e L'Inghilterra e mi è piaciuta molto. Riguardo alla Reggina, so che mancano ancora dieci partite delle quali sei si giocheranno a Reggio, quindi le possibilità di salire in Serie A sono grandi. C'è pure da risolvere la partita con l'Empoli, sotto accuse di doping.
In questo tempo speciale, in cui ricordiamo la passione e morte di Gesu Cristo, invio un caro saluto agli italiani, e specialmente a tutti i galatresi a cui voglio tanto bene.


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(Ornella Sollazzo, dalle regioni del Nord dove risiede, ci invia un suo personale breve ricordo di Don Agostino. Naturalmente altri lettori che lo vorranno potranno eventualmente inviarci le loro riflessioni sulla scomparsa del nostro parroco.)

(19.5.02) UN BREVE RICORDO NEL NOSTRO PARROCO (di Ornella Sollazzo) - Don Agostino ci ha lasciati non per suo desiderio, ma per volere del Padre che per Lui ha sicuramente in serbo un incarico da un'altra parte.
< Dice bene chi sostiene che è stato una Persona essenziale, che non si è mai fatta coinvolgere dalla piccolezza di vicende quotidiane, ponendosi, dove gli è stato consentito, come mediatore, consapevole della debolezza umana e che, nella sua riservatezza, è sempre stato vicino a chi Lo ha preceduto nella sofferenza.
Vedrete che a tutti noi che Lo abbiamo apprezzato, il suo ricordo ci sarà di conforto nei momenti difficili che la vita ancora ci riserva.
Sono certa che nessuno dei suoi parrocchiani Lo dimenticherà, proprio come me che Lo ricorderò, come può ricordarsi un figlio di un amorevole padre.


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(30.5.02) COMMENTI ELETTORALI (di Domenico Distilo) - Questa tornata elettorale si è celebrata nella sostanziale indifferenza dei non addetti ai lavori, che non hanno fatto ressa ai seggi dal momento che la percentuale dei votanti si è attestata di poco sopra al 50 per cento. Il dato assolutamente eclatante è la débacle del candidato dei Diesse, che ha racimolato in tutto 46 voti, al di sotto del minimo storico toccato quattro anni fa. Dove siano finiti i voti dei Diesse non è un mistero: si sono distribuiti su diverse liste del centrosinistra (Margherita 2, Rifondazione, PdCI) ma in taluni casi sono finiti a destra sulla base di affinità che in un'elezione amministrativa (nella quale sono in corsa candidati locali conosciuti personalmente) contano sempre parecchio. Non c'è da scandalizzarsi: il partito non è più una fede, nessuno è più disposto a votare Gosto Grullo solo perché lo dice il partito e sarebbe ora che si capisse che una candidatura - come quella proposta dai Diesse (o imposta ai Diesse) nel collegio provinciale di Laureana-Galatro sulla base di logiche asfittiche di partito è condannata al naufragio.
A sinistra è senz'altro buono il risultato di Rifondazione e del suo candidato Rino Dell'Ammassari, al quale sono mancati, per avere qualche probabilità di essere eletto, i voti di Laureana. Qua siamo alle solite. Anche quando il legame con i partiti era forte a Laureana non si votavano i candidati di Galatro. Figurarsi adesso che i partiti sono diventati ectoplasmi che appaiono e scompaiono secondo le convenienze del momento di questo o quel notabile (o presunto tale).
Senz'altro significativo e suscettibile di una lettura in chiave politico-amministrativa è il risultato del candidato dell'Udeur, l'ex consigliere comunale Carmelo Romeo, che ha raccolto 174 suffragi. Sia pure in modo solo embrionale si può scorgere nel successo di Romeo il profilo del nuovo centrodestra. D'accordo, è nient'altro che un colpo battuto per chiamare a raccolta un mondo disperso e disaggregato dalle ultime sonore sconfitte. Però è qualcosa che, se venisse alimentato da un lavoro tenace e intelligente, potrebbe sfociare nella messa in campo di una coalizione di centrodestra in grado di competere credibilmente per conquistare il governo di Galatro. Altro dato significativo: AN, che aveva fatto da spettatrice alle elezioni amministrative dell'anno scorso e non ha più una sede s'è praticamente dissolta, "gratificando" il candidato del partito di appena 48 suffragi, nettamente al di sotto dello standard storico del MSI-AN attestato intorno ai 100 voti, che non vengono confermati neppure se si aggiungono i 33 del candidato locale della Fiamma. Né è possibile invocare l'alta percentuale di astensioni: AN, e prima ancora il MSI, non ha mai avuto a Galatro un elettorato estemporaneo a rischio d'astensione. Le cause del tracollo sono dunque strutturali e destinate a durare non poco. Un'analisi approfondita non può però essere fatta in questa sede, per cui la rimandiamo ad altra occasione.
Il risultato complessivo dei due schieramenti premia, sia pure di poco, il centrodestra. Non è tuttavia un dato che consenta argomentazioni in prospettiva, se non che l'elettorato di centrodestra, intendo, ideologicamente di centro destra - per quanto possa contare in un'epoca nella quale le ideologie sembrerebbero dissolte e di massima fluidità delle situazioni - quest'elettorato, dicevo, appare una materia informe che aspetta un demiurgo, qualcuno che gli dia un ubi consistam, una chiara direzione di marcia e un profilo ben definito.
Per concludere: se qualcosa si muove nello scenario politico galatrese si tratta di piccoli movimenti carsici appena percepibili dalla superficie. Per il momento: Nihil sub sole novum; sub terram, aliquid (Niente di nuovo che si veda; sotto traccia, qualcosa).


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(23.9.02) SITUAZIONE ARGENTINA E REGGINA (di Bruno Pablo Zito) Buenos Aires - Oggi qui in Argentina la situazione politica continua ad andare di male in peggio, perchè il governo che abbiamo non ha nessuna capacità di risolvere i principali problemi della gente. Nel mese di marzo dell'anno prossimo si faranno le elezioni generali e speriamo che con le nuove autorità tutto possa rimettersi, specialmente sapendo che questo è un paese dove c'è di tutto però male amministrato in tutti i sensi.
Oggi ho visto la partita fra Inter e Reggina e mi sono arrabbiato perchè subito, dopo il pareggio, l'Inter ha segnato vincendo 2 a 1. Speriamo che nella prossima gara la Reggina possa vincere e così conservare la speranza della sua permanenza in Serie A.
Mando cari saluti da tutta la mia famiglia per tutti i galatresi che non dimentico mai e vorrei anche dire che, se la situazione argentina migliora, l'anno prossimo potrò visitare ancora un'altra volta il mio caro paese, che sempre ricordo con molto affetto e nostalgia. Un bacio per tutti.


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(Mario Sofrà ci manda dalla Svizzera, dove risiede, questa sua breve riflessione maturata dopo un recente viaggio a Galatro.)

(13.10.02) NOSTALGIA SVIZZERA DELLA SIRENA (di Mario Sofrà) - Dopo un viaggio a Galatro ho bisogno di molto tempo per riprendermi. Adesso sono nuovamente sul sito e mi rallegro.
Sono costretto ad avere tempo e vi mando, senza pretese, questo scritto che scaturisce da una mia "voglia di esprimere".
Adesso lasciatemi dire che il soggiorno a Galatro è stato bellissimo (disgrazia dell'incidente stradale esclusa). Bel tempo e atmosfera gioiosa. Ma un qualcosa mancava, e l'ho sentito fortemente. E' un fenomeno che, oltre ad essere un vanto, ci ha accompagnato per lungo tempo e con autorità (nella fascia che va dalle ore 08.00 alle 13.00): sto parlando della sirena del paese.


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(Sulla riunione pubblica indetta dall'Amministrazione Comunale svoltasi sabato 23 novembre riceviamo e pubblichiamo la seguente nota del Consigliere comunale avv. Daniela Raschellà.)

(24.11.02) REFERENDUM, POLEMICHE E FEMMINISMO (di Daniela Raschellà) - Stasera alla riunione pubblica tenuta nella sala del Consiglio comunale di Galatro sul tema “Consultazione popolare per il cambio di denominazione del paese da Galatro a Galatro Terme”, erano presenti molti consiglieri, cittadini e membri del Circolo culturale "Il Metramo".
Quello che è successo stasera nella sala del consiglio va oltre il “semplice dibattito” sulla eventuale nuova denominazione del paese. Apre il dibattito il Presidente del Circolo "Il Metramo", Mario Lucia, il quale ribadisce che Galatro non ha bisogno di insignirsi dell’appellativo Terme “in quanto non ne ha i requisiti”. In seguito interviene il sig. Ozzimo, che aveva fretta di andarsene, e perciò dice in due battute che “l’amministrazione ha fatto demagogia, prendendo in giro i cittadini poiché ha fatto creder loro che si tratti di referendum, mentre in realtà la volontà dei cittadini sarà disattesa, trattandosi di semplice consultazione”. Subito smentito dal Sindaco e dal consigliere Pronestì, i quali ribadiscono che la volontà dei cittadini sarà rispettata e spiegano la differenza fra referendum e consultazione, poiché quella fatta dal Segretario comunale al sig. Ozzimo non pare aver dato buoni frutti. Successivamente prendono la parola alcuni consiglieri di maggioranza e il Sindaco, spiegando che Galatro ben può fregiarsi dell’appellativo Terme, in quanto oltre che possedere, in modo lapalissiano, le Terme, ciò servirà al turismo del paese, quindi maggiori entrate economiche, più commercio, più sviluppo, in vista anche dei progetti Agenda 21 e PAL (Piani d’Azione Locale) finalizzati allo sviluppo turistico termale.
Ma il fatto sconcertante accaduto stasera, è che fra i membri del Circolo culturale Il Metramo, vi è tale ing. Sollazzo, che una volta presa la parola, inizia una disquisizione sulla conversione di S. Paolo sulla via di Damasco, e poi, a causa di un sorriso fra la sottoscritta Daniela Raschellà e i consiglieri Lucia e Lauro, ecco che il Sollazzo perde il senno o va in panne, rimbrottandomi perché l’avrei offeso o deriso, al ché mi scuso immediatamente, rassicurandolo che il mio sorriso non era per scherno nei suoi confronti, ma egli imperturbabile, anzi indomito in perfetto stile Vecchio Patriarca Maschilista Clericale e Bigotto, mi urla “stai zitta, stai zitta e siediti, manchi di rispetto a tutti i cittadini, sei un amministratore...., bisogna vedere se amministri, stai zitta”.
Certo queste parole si commentano da sé. Qualunque persona sveglia non può non coglierne il significato. Ma fatto ulteriormente grave è che provengano da un appartenente ad un circolo culturale. Perciò mi domando: Quale cultura diffonde o esercita o pratica tale Sollazzo?
Se ciò non bastasse, succede (come già altre volte in passato) che, né il Sindaco né qualche consigliere o altra persona “di cultura” presente rileva la gravità dell’accaduto, ma che si limitino a suggerirmi di stare calma o lasciar perdere, ovverosia fregarmene del Sollazzo. Cosa quest’ultima da me intimamente e coscientemente praticata, anche perché il tema della riunione era “GALATRO TERME SI O NO” e poi non conosco il Sollazzo, so solo che prima era segretario del Partito Comunista e poi candidato nella lista Pala con spighe di Marazzita fra ex democristiani. Di questi tempi!
Ad onor del vero una reazione all’offesa da me affrontata, in rappresentanza di tutto il sesso debole femminile, sebbene in forma privata, l’hanno avuta il vicesindaco Cuppari, la moglie Nunziatina Ocello, il geometra Distilo, il presidente del circolo Il Metramo Lucia, l’assessore Lauro e il signor Cortese, dimostrando di possedere tutti i sensi oltre che Cultura.
Ma andiamo a noi. Tutti gli uomini, salvo poche eccezioni, e di qualunque classe sociale, per una infinità di ragioni poco lusinghiere per un sesso che passa per forte, considerano come un fenomeno naturale il loro privilegio di sesso e lo difendono con una tenacia meravigliosa, chiamando in aiuto Dio, Chiesa, scienza, etica e le leggi vigenti, che non sono altro che la sanzione legale della prepotenza di una classe e di un sesso dominante.
Il comportamento del Sollazzo o è una reazione psicogena da scopo, o è puro privilegio di sesso. Se si tratta della prima: il Sollazzo, in pratica, voleva ottenere qualcosa (forse ce l’aveva con me perché l’avevo definito cultura-coltore o chissà per quale altro motivo) e si comporta di conseguenza in modo disgustoso, non certo degno del suo genere. Se invece, come credo, si tratta della seconda: il Sollazzo dovrebbe fare un bel ripasso di storia. E così spero di “illuminarlo”:
I movimenti femministi si diffusero in breve tempo in molti paesi europei e negli Stati Uniti, rivendicando diritti dai quali le donne erano escluse a causa di una cultura predominante che vedeva in esse degli individui meno forti e intelligenti dell’uomo, cui assegnare un ruolo sociale marginale e legato quasi esclusivamente alla cura della famiglia e dei figli. Le donne si batterono per l’estensione a tutti, senza differenze di sesso, del diritto all’istruzione, del diritto al lavoro, del suffragio universale (cioè il diritto di voto) e per conquistare uguali diritti nella famiglia.
L'eguaglianza sociale, economica e politica fra uomini e donne è ancora lontana dall’essere raggiunta, anche se nella maggior parte dei paesi del mondo la donna ha ottenuto negli ultimi decenni il riconoscimento formale di molti diritti. Come denunciato in uno studio promosso dall'Organizzazione delle Nazioni Unite (ONU) nel 1996, sono ancora numerosi e diffusi gli effetti della discriminazione sessuale.
A proposito di San Paolo, citato dal ripetente Sollazzo, gli chiarisco che la credenza secondo cui le donne sono naturalmente più deboli e inferiori agli uomini fu rafforzata dalle religioni. Nella Bibbia, ad esempio, Dio pone Eva sotto l'autorità di Adamo e San Paolo esorta le donne a obbedire ai propri mariti. Per fortuna oggi in contrapposizione ai clericali esiste il revisionismo.
L'Illuminismo e la rivoluzione industriale contribuirono a creare in Europa un clima favorevole allo sviluppo del femminismo, sull'onda dell'influenza dei movimenti riformatori a cavallo fra il XVIII e il XIX secolo. In Francia, durante la Rivoluzione francese, le associazioni repubblicane delle donne invocarono l'estensione universale dei diritti di libertà, eguaglianza e fraternità senza preclusioni di sesso. Nel 1789 iniziò infatti la pubblicazione dei Cahiers de doléances des femmes, una forte testimonianza del senso di esclusione provato dalle donne nel processo rivoluzionario, di cui esse si sentivano invece parte integrante.
In quegli anni Mary Godwin Wollstonecraft scrisse in Gran Bretagna un pamphlet intitolato Vindication of the Rights of Women (1792, Rivendicazione dei diritti delle donne), in cui denunciava la forte discriminazione nei confronti delle donne nella società del suo tempo, richiedendo l'eguaglianza fra i generi.
In Italia il movimento delle donne fece la sua comparsa all’indomani dell’Unità e si sviluppò per opera di Anna Maria Mozzoni, Anna Kuliscioff, Carlotta Clerici, Linda Malnati ed Emilia Mariani.
Negli ultimi decenni del XIX secolo, il movimento per l'emancipazione della donna, grazie soprattutto ad Anna Maria Mozzoni e Anna Kuliscioff, si intrecciò strettamente a quello operaio e socialista e con il congresso delle donne indetto nel 1908 a Roma dal Consiglio nazionale delle donne nacque il suffragismo femminile italiano.
Una proposta per allargare il diritto di voto alle donne, avanzata nel 1919, fu travolta insieme con le istituzioni liberali dall'avvento del fascismo, e le donne iniziarono a votare soltanto nel 1946.
Sono passati 60 anni da allora e molti di più dalle prime lotte per l’affermazione dei diritti delle donne, eppure ancora oggi nel 2002, una donna, in questo caso specifico la sottoscritta, può essere trattata da un uomo qualunque, pubblicamente, con modi ignoranti e con parole imperative di riduzione al silenzio, di chiusura della bocca e di non diritto di parola!
Sono certa che se questo succede a me, istruita e prudentemente intelligente (e non lo dico per vanteria), figuriamoci come vengono trattate e considerate quelle più accomodanti o più o meno istruite!
Concludo definendo quello che è accaduto stasera (e non per la prima volta!) nella sede del palazzo comunale, una delle brutte pagine della storia del “sessismo" stereotipizzato, e con una domanda: A chi pensa che i ragazzini devono giocare con le armi, considerate giocattoli maschili per eccellenza, ai quali regala soldatini e modellini di automobili, mentre alle bambine i giocattoli ritenuti tipicamente femminili quali riproduzioni di utensili e accessori domestici, per apprendere sin da piccole, le occupazioni tradizionalmente destinate alle donne, come si possono chiarire i vantaggi che il paese avrebbe chiamandosi GALATRO TERME?


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(L'ing. Nicola Sollazzo ci fa pervenire il seguente testo in risposta all'articolo a firma dell'avv. Daniela Raschellà apparso alcuni giorni fa sul nostro giornale.)

(24.11.02) NON SONO UN MASCHILISTA (di Nicola Sollazzo) - Sono il "tal ing. Sollazzo" di cui la signorina Daniela Raschellà, Consigliere al Comune di Galatro, parla nella sua lettera; invero sono l'Ing. Nicola Sollazzo di Galatro, da trenta anni circa stimato ed abbastanza affermato professionista e da quarant'anni circa persona molto impegnata in politica e nel sociale.
Non v'è persona a Galatro che non sappia di me e della mia storia personale e non v'è personalità con responsabilità ad un certo livello che non mi conosca nei paesi del circondario della Piana di Gioia Tauro ed al di là della piana appunto, per la mia qualificata professionalità e per il mio appassionato ed onesto impegno per la risoluzione di alcuni problemi di questa nostra martoriata terra.
Una per tutte la battaglia iniziata, portata avanti con estremo coraggio e vinta, per la realizzazione della diga sul fiume Metramo.
Certo non poteva mancare il mio impegno, anche critico, sulla volontà dell'Amministrazione Comunale di cambiare il nome al nostro paese, impegno espletato all'interno del Circolo Culturale "Il Metramo" di cui sono uno dei soci fondatori.
La differenza di posizioni su tale iniziativa esplicitata attraverso pubblici manifesti sia da parte del Circolo che da parte dell'Amministrazione Comunale, ha portato alla assemblea pubblica indetta da quest'ultima per le ore 18 del 23.11.02 alla quale hanno partecipato sei o sette consiglieri comunali, altrettanti soci del circolo e via via, il tempo passando, non più di una diecina di galatresi incuriositi dall'evento.
La proposta di cambiare il nome al nostro paese è certamente una iniziativa molto sentita dai proponenti ed in particolare modo dalla signorina Raschellà che subito iniziato il dibattito, si è messa a disturbare e ad interrompere sistematicamente ogni intervento dei componenti del circolo culturale, tant'è che il suo vice-presidente, il signor Pietro Ozimo, ha dovuto rinunciare a finire il suo, proprio perchè impossibilitato dalle reiterate e ingiustificate interruzioni della Raschellà.
Io stesso, appena chiamato ad intervenire dal presidente della riunione, ho iniziato il mio dire invitando la Raschellà a non interrompermi come aveva fatto con gli altri ed a darmi la possibilità di esporre i miei concetti.
Parole al vento; spinta da un velleitario orgoglio, guardandomi con un sorriso che voleva essere di scherno, continuò a fare interruzioni sistematiche costringendomi a pregarla, con una certa durezza, di lasciarmi portare avanti le mie argomentazioni e di avere rispetto per le idee degli altri. Ne è nato un battibecco e la signorina, stizzita anche dal silenzio dei suoi amici politici, ha abbandonato la riunione.
Personalmente non sono abituato ad essere scorretto e certamente non lo sono stato in quell'occasione, tant'è vero che subito dopo di me ha chiesto la parola il padre della ragazza che pubblicamente mi ha porto le sue scuse, scuse che ha poi ribadito in privato davanti ad amici comuni.
Non è stato pertanto il mio un comportamento da maschilista né ho avuto una reazione psicogena da scopo (e quale?).
Mi pregio di avere una famiglia molto solida e molto unita pur se formata da un uomo e quattro donne, io, mia moglie e le mie tre figlie, proprio perchè non sono mai stato un femminista ma neanche un difensore della prevalenza dell'uomo sulla donna.
Ho partecipato attivamente al movimento studentesco del '68 ma non ho mai portato l'eskimo e non ho mai pensato che, denudati, donna ed uomo possano essere uguali.
Auguro pertanto alla signorina Raschellà che possa essere, nel futuro, più serena e non sia presa dalla fregola come la sera della riunione a cui si riferisce la sua lettera e non attacchi la cultura, perchè è da essa mille miglia lontano chi lo fa e ricorda tristemente i nipotini di coloro che gli uomini di cultura li mandavano a marcire nei gulag siberiani.
Ancora è ragazza e certe esperienze le possono essere d'insegnamento e di crescita.
La democrazia, anche se sistema non perfetto, vuole essere mezzo dell'espressione della volontà e delle idee di ognuno di noi nel rispetto della volontà e delle idee degli altri, non è pertanto sinonimo di arroganza come purtroppo arrogante e prevaricante è stato quella sera il comportamento della Raschellà.
E a tale proposito, per finire, a futura memoria voglio ricordare alla signorina medesima che non è certo denigrando ed offendendo che si potrà ottenere la stima della gente e che, sempre nel rispetto della propria dignità e di quella altrui è necessario ricordare ed applicare il principio caro ad un grande uomo, scrittore e politico, che ripeteva: "Non condivido le tue idee ma farò di tutto, dando anche la mia vita, perchè tu possa avere la possibilità di esprimerle".
Si ricordi e rifletta, signorina Raschellà, con i miei saluti.


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