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20.1.13 - Domanda, bestemmia e preghiera in "Mbé, chi fai supr'a ssa cruci?"
Michele Scozzarra

22.1.13 - Don Peppino Falleti raccontato da Don Giuseppe Calimera

Domenico Distilo

24.1.13 - Scoperta un'alga "aliena" contenuta in un meteorite

Michelangelo Penticorbo

14.2.13 - L'Associazione "SoliMai" si presenta con un convegno

Massimo Distilo

6.3.13 - Le parole del corpo: un convegno in occasione dell'8 Marzo


13.3.13 - A tutto tondo: il fascino dell'arte nelle forme del legno

Michele Scozzarra

18.3.13 - I vincitori del Premio Metauros 2013

28.4.13 - Un nuovo progetto musicale di Nicola Sergio: Migrants

23.5.13 - Nicola Sergio suona "Scilla" all'Istituto Italiano di Cultura a Parigi

30.5.13 - Concorso letterario "Metauros": edizione 2014

15.6.13 - Orsù, Orsà e i grandi enigmi: un libro di Massimo Bargagli

29.6.13 - Il mio recente progetto con Vasco

Saverio Ceravolo





(20.1.13) DOMANDA, BESTEMMIA E PREGHIERA IN "MBE', CHI FAI SUPR'A SSA CRUCI?" (Michele Scozzarra) - Gli uomini da sempre fanno cinque o sei cose: fanno l’amore, la guerra, provano a darsi leggi, si rivolgono a Dio. E fanno poesia, provando a comporre le parole in modo diverso dall’abitudine, per relazionarsi con il “segreto” della vita, per meglio metterlo a fuoco. Il più delle volte, non prima di aver invocato “la propria musa”, proprio come fa Rocco Giuseppe Tassone all’inizio del suo poema “Mbé, chi fai supr’a ssa cruci?”:

“Mbè, a undi si’? Nesci fora.
‘Ncuminciamo bbonu sta jornata! …
Jeu su’ friscu non bbégnu, no, mu ti cercu,
tu ccà hai a bbenìri, e poi ti torciu …
Mbè, lu pigghiasti ‘nu pocu d’abbentu?
Mò, menti ssu culu supr’a seggia e,
addunca, viatu, viatu, ca ‘ncignamu…”

Come non provare stupore di fronte a quest’opera che, nell’originalità e spontaneità della propria lingua madre, fa vedere un uomo che “chiuso fra le cose mortali… si domanda perché brama Dio?”, in una “dannazione” espressa dal Pascoli. E lo fa con una poesia che ci apre allo stupore, uno stupore che può presentarsi come una domanda, come una invocazione, come una preghiera o una bestemmia, e proprio per questo non può che essere espressa nella lingua che più ci appartiene, che più ci è cara: il nostro dialetto!

“Mbé, chi fai supr’a ssa Cruci?
Ti mburi l’occhi e non viri a nuru.
Pecchì no’ scindi? Veni assettati
‘nu morzareru ccà cu mmia …
Mbé, chi fai supr’a ssa Cruci? …
… Ma dassami
mu ti fazzu ‘na domanda:
pecchì cazzu ‘ndi criasti?...
… propriu no’ ntindi futti nenti? …
… u vidi com’eni lu mundu:
mi futtiru puru a mmia!”.

La poesia di Tassone, pur nella sua “dannazione”, non distoglie lo sguardo dal Cristo “crocefisso”, e non smette di interrogarci su quello che incombe sopra di noi, quello che ci accade, rendendoci partecipi di questo “evento”, come se stesse accadendo proprio a noi… il suo grido diventa, misteriosamente, il nostro, suscitando anche in noi tutto il suo “umano sfogo” verso Colui che può tutto e, piuttosto che in vesti regali, lo vediamo crocefisso su una croce:

“Mbé, chi fai supr’a ssa Cruci?...
Mbé, ma tu nenti sai?...
… Cala di ssu palu
pigghiàndi a storcicoru, a puntati,
a muzzicati e addirìzzandi a schina,
mustrandi li denti comu li costati…”.

L’enigma di questa poesia è proprio nel “mistero” di questo grido che esplode nell’animo del Tassone, in maniera così forte che, forse, neanche lui sa perché… sa, semplicemente, che accade, ma non si sa come.
E’ un mistero che corre tra lui che parla e ritiene di dire, di affermare una cosa e noi che riceviamo il suo grido in forma di poesia: è una comunicazione di fuoco, un passaggio, che avviene attraverso la parola esplosiva e dolorante del poeta, che si ripercuote anche nella creatività e nel vissuto di noi che leggiamo.
In questa opera del Tassone emerge, tutto quanto “lacera” la sua sensibilità, e non può rivolgere il suo sguardo e i suoi desideri a nessun altro se non a Colui che sta sulla Croce.
Abbiamo davanti una poesia che suscita delle forti emozioni e, in certi punti è come se si allontanasse dal suo autore e, da l’impressione di essere stata scritta da colui che la legge. Avviene una inversione di senso: c’è in chi ascolta, una sorpresa derivata dal sentirsi colui che mette per iscritto quel grido che gli esplode dentro, ed è lui stesso che lo indirizza come una preghiera, o rimprovero, a Colui che pende dalla croce.
Non credo che esista una lettura “univoca” di un testo poetico come “mbé, chi fai supr’a ssa cruci?”, ogni lettore è come un direttore d’orchestra: lo spartito è il medesimo, è l’interpretazione che cambia. E non potrebbe essere diversamente, perché se la domanda del lettore “mbé, chi fai supr’a ssa cruci!” è per tutti la stessa, la risposta non può non tenere conto della diversità del lettore, della sua storia e dei tempi che ha vissuto.
Tassone in quest’opera riesce ad usare la parola come un qualcosa che si lega al corpo, e quindi alla sua fisicità: intesa in questo modo, quest’opera ha un potere, ristabilisce dei rapporti anziché cancellarli, riapre delle strade piuttosto che chiuderle, come sembra far intendere l’autore nello scorrere delle sue “imprecazioni” e, soprattutto, nella chiusa finale. In questa poesia, il grido che rimbomba (sia esso domanda, bestemmia o preghiera) è un qualcosa che riguarda l’umano, l’essenza del nostro essere, che afferma una possibilità di un rapporto, di un legame, di una tensione, che in altri tempi si chiamava magia.
E, perché accada questo e la parola esploda oltre se stessa, ci vuole qualcuno che vi si dedichi fino in fondo e che metta la sua storia e il suo destino in gioco… e in “mbé, chi fai supr’a ssa cruci?”, ritengo che Rocco Tassone abbia messo in campo tutto questo!

Nella foto: la copertina del libro di Rocco Giuseppe Tassone.


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(22.1.13) DON PEPPINO FALLETI RACCONTATO DA DON GIUSEPPE CALIMERA (Domenico Distilo) - La storia della Chiesa, si sa, pullula di figure dal profilo morale irreprensibile, animate da una forte tensione a realizzare ciò per cui hanno ricevuto la“chiamata”, a vivere l’impegno terreno – laico o ministeriale - come proiezione nella trascendenza o, per meglio dire, come trascendenza già concretamente in atto nell’immanenza, nel servizio al prossimo quale connotato di un’esistenza vissuta nel modo più semplice e lineare, cioè senza remore, ripensamenti, ambasce.
Il libro da poco edito di don Giuseppe Calimera, da qualche mese parroco di Galatro ma polistenese d’origine, sulle vicende della vita sacerdotale di don Peppino Falleti, dal 1966 alla morte, nel 2007, alla guida della parrocchia di M.S. Immacolata in Polistena, ci spiega parecchio della formidabile attitudine della società fondata più di duemila anni fa dal Nazareno a resistere e a vincere, inesorabilmente, i marosi che a intervalli irregolari sembrerebbero travolgerla, resistenza e vittoria con cui si adempie la promessa da Lui fattale con la pronuncia delle due celebri e fatidiche parole: “Non praevalebunt!”.
Quel che si coglie scorrendo il libro è la cifra di una vita ordinariamente straordinaria, in toto votata al ministero nel segno di una consapevolezza teologica che, lungi dall’essere messa da parte o dallo starsene da parte, costituisce la sostanza e l’alimento del quotidiano vissuto pastorale. Una vita, come ben nota don Giuseppe Calimera nella prefazione, “spesa senza risparmio e vissuta alla luce di una fede forte, fondata su una profonda cultura teologica”.
Quelle di don Giuseppe Calimera non sono, questo è certo, note asettiche – ammesso che a un oggetto di studio ci si possa mai rapportare in modo asettico - ma intrise della partecipazione dell’allievo all’insegnamento del maestro, insegnamento che è, prima di tutto, un modello, uno stile di vita, la cultura teologica fungendo sì da supporto e fondamento, ma non secondo noi cronologicamente, venendo essa dopo e a complemento di una fede che è in primis, pascalianamente, scelta esistenziale, decisione a prescindere, magari esito di un incontro inaspettato.
Del resto se così non fosse, se la fede non avesse una connotazione prima di tutto esistenziale, non si capirebbe donde don Peppino avrebbe potuto trarre la forza per la realizzazione di opere che appaiono davvero cospicue, dalla ricostruzione della chiesa alla costruzione del tessuto della socialità parrocchiale in un tempo di crescita tumultuosa caratterizzata, peraltro, dalla dispersione dei valori cristiani nel contesto della secolarizzazione avanzante.
Quel che risalta, nel lavoro di don Calimera, è, infatti, soprattutto la capacità di don Peppino Falleti di apprestare, rispetto a questo nuovo mondo e a questo nuovo tempo, una linea di resistenza dialogante (nello spirito del Concilio) che si concretizza – lo si può cogliere anche soffermandosi sul nutrito corredo di foto - nell’attenzione pastorale alle diverse generazioni di parrocchiani e nell’immersione appassionata nelle problematiche sociali. Immersione che, però, a differenza di quanto spesso avveniva in Italia negli anni Settanta e in molte realtà avviene ancora oggi, non esauriva tutta la pregnanza del discorso teologico e dell’azione pastorale. In sintesi: l’attenzione e la partecipazione al sociale erano sempre visti come mezzo e mai come fine, essendo quest’ultimo fuori della storia, sicuramente non racchiudibile in una dimensione meramente temporale. E del resto: se non ci ricordassero questo, i preti che ci starebbero a fare?


Una foto all'interno del volume: Don Peppino Falleti (secondo da sinistra) con Don Rocco Distilo
(primo a sinistra) e altri sacerdoti in occasione di una visita del vescovo a Feroleto della Chiesa.

Nella foto più in alto: la copertina del volume di Don Calimera su Don Peppino Falleti.


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(24.1.13) SCOPERTA UN'ALGA ALIENA CONTENUTA IN UN METEORITE (Michelangelo Penticorbo) - Il frammento è caduto nello Sri Lanka il 29 dicembre 2012 e, dopo essere stato raccolto, è stato immediatamente analizzato. Il prof. Wickramasinghe, astrobiologo presso la Cardiff University (UK), rende noti i risultati pubblicandoli sul Journal of Cosmology.
Le analisi compiute sulla pietra proveniente dallo spazio rivelano la presenza di alghe fossilizzate! Si tratterebbe di un'alga (diatomee) unicellulare che sulla Terra è comparsa 135 milioni di anni fa!
Il meteorite dunque sembrerebbe portare con sé un passeggero extraterrestre molto caro al prof. Wickramasinghe, fermo sostenitore della teoria sulla Panspermia, che ipotizza che la vita sulla Terra ebbe origine a causa dell'inseminazione proveniente dallo spazio, veicolata da meteoriti e comete.
I ricercatori escludono la possibilità che il meteorite sia stato contaminato dall'ambiente terrestre durante la sua caduta, in quanto le alghe fossilizzate sono ben incastonate nella struttura dello stesso meteorite.
E se quel meteorite fosse un frammento della nostra Terra scagliato nello spazio milioni di anni fa in seguito a una collisione con un asteroide e poi fosse ricaduto? Questo tipo di scoperta si scontra spesso con uno scetticismo circolante negli ambienti della comunità scientifica.
Comunque sia, il team del prof. Wickramasinghe ha fatto una scoperta sensazionale! La ricerca è soltanto all'inizio e prima di essere approvata dovrà passare al vaglio di altri scienziati.
Una cosa è certa: se la scoperta venisse confermata, sarebbe di portata storica e darebbe un notevole contributo al nostro tentativo di comprendere com'è nata la vita sulla Terra.


Nelle foto, dall'alto in basso: l'astronomo galatrese Michelangelo Penticorbo; il frammento caduto dallo spazio; l'alga vista al microscopio con la misura delle dimensioni.


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(14.2.13) L'ASSOCIAZIONE "SOLIMAI" SI PRESENTA CON UN CONVEGNO (Massimo Distilo) - Molto interessante il convegno organizzato di recente presso la Biblioteca Comunale di Vibo Valentia dall'Associazione SoliMai, ente di promozione sociale no profit nato nell'estate del 2012 ad opera di un gruppo di giovani professioniste del settore psicopedagogico.
Il tema del convegno è stato quanto mai indicativo: Alleanze educative in aiuto alla persona. L'associazione, composta da diverse figure professionali quali psicologi, assistenti sociali, pedagogisti, educatori professionali, operatori sociali ed artisti sociali, si propone infatti di contribuire a dare risposte adeguate a bisogni sempre più emergenti nella società attuale, ma talvolta scarsamente riconosciuti, come per esempio le situazioni di disabilità o di disagio psicosociale.
Come emerso in particolare dall'intervento introduttivo e dalla relazione conclusiva della Presidente dell'Associazione SoliMai, la dott.ssa Francesca Sisinni, pedagogista, uno degli obiettivi essenziali è la sensibilizzazione del territorio, e in particolare delle famiglie, sulle problematiche inerenti la disabilità, al fine di rendere più pregnanti e mirati gli interventi rivolti a coloro che vivono il disagio, la solitudine e lo svantaggio. In tal senso risulta essenziale la centralità del lavoro educativo, strumento privilegiato della relazione di aiuto.
Dopo l'apertura dei lavori da parte del moderatore del convegno, il dott. Antonio Arena, e il saluto delle autorità, è seguìto l'intervento di mons. Giuseppe Fiorillo, presidente della Fondazione Casa di Marta e Casa di Nazareth che, sulla base della propria esperienza, si è soffermato sulle situazioni quotidiane del disagio sociale.
Della stretta correlazione esistente fra scuola e famiglia, un vero patto di corresponsabilità, ha parlato invece la dott.ssa Luisa Vitale, vicario dell'Istituto Comprensivo del 1° Circolo di Vibo Valentia, mentre la presidente dell'ARCA, Laboratorio Scuola Onlus di Varese, dott.ssa Emanuela Sartini, ha evidenziato la sostanziale "diversità" che accomuna tutti gli uomini, al di là delle specifiche situazioni di svantaggio.
C'è stata poi la relazione centrale del convegno ad opera della prof.ssa Caterina Sindoni, docente di Storia della Scuola e delle Istituzioni Educative presso l'Università di Messina, che ha posto i riflettori sul rapporto tra politica ed educazione, inteso sia filosoficamente e storicamente che in riferimento alla congiuntura attuale. Un incontro fra due mondi che, pur se in passato ha fatto registrare delle défaillances, è comunque possibile, e che siamo obbligati a favorire.
Gli interventi successivi hanno sottolineato la necessità della vicinanza alle famiglie che non devono più ritrovarsi sole nell'affrontare le situazione di disagio. In tal senso il nome che l'associazione si è scelto, SoliMai, è estremamente indicativo. Dei problemi tipici in rapporto alle dinamiche familiari ha parlato la dott.ssa M. Antonella Nicocia, psicologa e vicepresidente dell'Associazione SoliMai; uno specifico modello di intervento in un'ottica comportamentale è stato poi illustrato dalla dott.ssa Francesca Pietropaolo, psicologa e segretario dell'Associazione SoliMai; infine di arteterapia e musicoterapia (quella che un tempo si chiamava anche "meloterapia") si è occupata nel suo contributo la dott.ssa Pasqualina Caterina, achitetto conservatore, artista sociale e tesoriere dell'Assoziazione SoliMai.
Un'ottima partenza dunque per questo nuovo ente che inaugura ufficialmente la sua attività nel sociale ma, come ha evidenziato la Presidente Sisinni, oltre alle attività in corso in vari centri e località, ci sono già degli obiettivi precisi da raggiungere: realizzare un centro diurno per diversamente abili nel territorio vibonese ed un centro residenziale vocato all'educazione secondo natura, la "Fattoria terapeutica". Si tratta di progetti concretamente realizzabili, grazie anche all'apporto di tutti coloro che vorranno dare il loro contributo diventando volontari o associati e partecipando così alle attività dell'ente.


SOLIMAI
Associazione Promozione Sociale

Sede Amministrativa
Via S. Jemma, 2
89900 Vibo Valentia
Tel. 389.6839199
email:
info@solimaiaps.it

facebook: solimai
web: (in costruzione) www.solimaiaps.it

Nelle immagini, dall'alto in basso: un momento del convegno; la dott.ssa Francesca Sisinni, presidente dell'Associazione SoliMai; il logo dell'Associazione SoliMai.

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(6.3.13) LE PAROLE DEL CORPO: UN CONVENGNO IN OCCASIONE DELL'8 MARZO - In occasione dell'8 Marzo, festa della donna, presso la Sala Convegni delle Terme l'Associazione Ados ha organizzato un convegno dal titolo Le parole del corpo. Vi prenderanno parte personalità di rilievo. Sono previsti interventi musicali ed happy hour. Tutti i dettagli nella locandina ufficiale che riportiamo in basso.




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(13.3.13) A TUTTO TONDO: IL FASCINO DELL'ARTE NELLE FORME DEL LEGNO (Michele Scozzarra) - Nonostante il periodo di grave crisi, soprattutto occupazionale, che la nostra realtà sta attraversando ormai da diversi anni, perché negare il piacere che ho riscontrato nell’imbattermi in una realtà, di lavoro e di arte, che mi ha reso evidente come, quando le idee hanno gambe su cui camminare e persone che credono che queste idee possano realizzarsi, allora viene fuori l’inventiva, la creatività, il lavoro, e perché no!, viene fuori anche l’arte.
Questa realtà mi piace immaginarla come un laboratorio, dove possiamo vedere come dalla materia informe ricavata dal legno di vecchi ulivi, nascano delle forme che ci attraggono per la loro bellezza, in un lavoro che s’inserisce, a pieno titolo, nella grande tradizione della realizzazione di opere che richiamano ai grandi artisti che, nella nostra Regione, hanno lavorato il legno nelle varie epoche storiche.
“A Tutto Tondo” è un'azienda che nasce e opera a Cittanova, paese che domina la Piana di Gioia Tauro dalla terrazza più alta e si circonda di un maestoso mare argenteo di ulivi secolari. Proprio la presenza di questi "giganti" ha ispirato il perno su cui far ruotare tutta l'attività: la lavorazione artigianale del legno d'ulivo al tornio, per valorizzare un prodotto unico, caratteristico solo di queste zone e dalle origini antichissime.
Il fascino di queste piante si trasmette al legno, mantenendo dei colori e delle gradazioni che nessuna tavolozza inventata dall'uomo potrebbe mai trovare. Si tratta di un legno duro, ma la fatica, le difficoltà e il tempo necessario alla realizzazione della scultura, sono poi compensate con la straordinaria bellezza delle sue venature. Spesso presenta delle lacerazioni, vere e proprie ferite vicino alle radici dalle forme tortuose, quasi animalesche e che costituiscono la parte più bella del legno offrendoci venature e striature dai disegni fantastici e dalle svariate tonalità di colori. Il legno d'ulivo calabrese rappresenta la migliore qualità tra quelle esistenti nei paesi del Mediterraneo.
Le sue venature straordinarie conferiscono agli oggetti dei motivi artistici eccezionali. Si arriva quasi a confondere il legno con il marmo, se non fosse per il calore e la morbidezza che si avverte al tatto, nel toccarlo, per questo le peculiarità del legno rendono queste opere dei veri e propri pezzi unici, dove la materia prima usata smette di essere fredda e diventa vivissima.
“A tutto tondo” si avvale del lavoro di Liana D’agostino e Valentina Alessi che insieme stanno portando avanti un lavoro che affonda le sue radici nei secoli e, attraverso una cultura che non è mai andata persa, ancora oggi riesce a tramandare qualcosa di bello ad una generazione futura, qualcosa anche di duraturo nel tempo che nel legno, trova una delle sue più alte espressioni.
Mi piace scrivere di questa bella attività, come di una risorsa nella quale investire per il bene della nostra realtà, nella consapevolezza che “l’arte di saper fare bene” anche le cose, apparentemente, più semplici, possa rimanere il valore fondante e la principale ragion d’essere di questo “laboratorio d’arte”.





Nelle foto: vari manufatti in legno di ulivo di "A Tutto Tondo".


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(18.3.13) I VINCITORI DEL PREMIO METAUROS 2013 - La scorsa Domenica 17 Marzo, con inizio alle ore 16.00, presso la sede dell'Associazione Teatrale "Giangurgolo", in via Piccola Velocità a Gioia Tauro, si è svolta la cerimonia di premiazione dei vincitori del Premio Storico-Letterario "Metauros" 2013, organizzato dall'Università "Ponti con la società" presieduta dal Prof. Cav. Acc. Rocco Giuseppe Tassone.
Sono presenti nomi di spicco tra i vincitori del prestigioso riconoscimento che è suddiviso in varie sezioni e sono state anche assegnate varie Menzioni d'Onore ad autori che la giuria, composta da personalità di rilievo della cultura locale e nazionale, ha ritenuto degni di tale distinzione.
Riportiamo in basso il quadro completo dei vincitori, sezione per sezione:

Sez. A - Libro di storia locale
(giuria: Saverio Verduci pres., Antonella Repaci, Sara Crea):
ARMIDO CARIO "Oltre il tempo, lampi di storia falernese”, Ma.per.
GREGORIO CORIGLIANO “I diari di mio padre”, Pellegrini

Sez. B - Poesia singola
(giuria: Nunzio Cordiano pres., Filippo Sorace, Debora Guerci):
GIUSEPPE MINNITI “Il cielo in valigia”
DOMENICO NAPOLI “La voce”

Sez. C - Libro di narrativa
(giuria: Domenico Coco pres., Alessandro Nostro):
NINO SPIRLÌ “Diario di una vecchia checca”, Minerva

Sez. D - Libro di poesia in vernacolo
(giuria: Carmela Vaticano pres., Carmela Logiacco, Gina Pedullà):
MELO LEO “Straniero in patria”, Autore

Sez. E - Libro di saggistica
(giuria: Filippo Marino pres., Conchita Bagalà):
ORESTE KESSEL PACE “S.Elia j”, Kalaeidon

Sez. F - Libro poesia in lingua
(giuria: Carmelo Cocolo pres., Raffaele Raso):
DOMENICA MUSOLINO “Fragile più del vetro”, Città del Sole

Sez. G - Libro inedito
(giuria: Salvatore Brundolino pres., Carmelo Cocolo):
FELICE DIEGO LICOPOLI “Strisce di luna ”


Menzione d’Onore:
SALVUCCIO BARRAVECCHIA “La divina ironia”
SANDRO BILEI “La morte di Vercingetorige”
FELICE DIEGO LICOPOLI “Carcere antico di Gallina”, tesi
ANNA RITA MATTEI “Natuzza”
MAURO MONTACCHIESI “Opus de hominibus”
ROCCO SABATINO “Cosa è successo a Nizza nel '43”


Nell'immagine in alto: logo Università 'Ponti con la società' - Metauros.


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(28.4.13) UN NUOVO PROGETTO MUSICALE DI NICOLA SERGIO: MIGRANTS - Nicola Sergio, affermato pianista jazz galatrese che da diversi anni vive a Parigi, vara, assieme al regista e scenografo Nino Cannatà, un nuovo progetto musicale basato stavolta sul tema dell'emigrazione.
Migrants è uno spettacolo musicale e teatrale, un viaggio emozionale dove la memoria storica viene sollecitata dai documenti (foto, video, audio) e dalla musica.
I migrants di oggi sono i tanti giovani (fra cui lo stesso Nicola) che si spostano all'estero per realizzare le proprie idee. Sono diversi dai migrants di ieri, anche se in fondo la molla che li spinge non cambia rispetto al passato: è la voglia di realizzarsi, di far emergere le proprie idee e aspirazioni. Il tema è senza dubbio di grande attualità.
Il progetto prevede l'esecuzione dal vivo al pianoforte di temi originali ed inediti, ideati da Nicola Sergio, ispirati alle storie dei migranti. Alle spalle del pianista che suona, il regista Nino Cannatà realizza un allestimento che ricorda il ponte di una nave su cui svetta una grande vela che fa da schermo ad un flusso di immagini che scorrono in un lungo racconto della memoria storica e della vita dei migranti.
Un'ambientazione suggestiva e di sicuro effetto che ci riporta un po' alle scene iniziali di un famoso film: "La leggenda del pianista sull'oceano" (che vi riproponiamo in basso sotto al trailer del progetto Migrants).






Vai al sito di Migrants

Nel frattempo in Maggio ci sono due importanti date per Nicola Sergio che si esibirà all'Istituto Italiano di Cultura il 17 e in un doppio concerto al Sunside Jazz Club il 26, sempre a Parigi:

17-MAGGIO-2013
NICOLA SERGIO TRIO
Festival “Confini” Institut italien de la culture – Paris – ore 20:00
vedi i dettagli

26-MAGGIO-2013
CARTE BLANCHE à NICOLA SERGIO (Double concert: ore 18:30 e ore 20:30)
Sunside jazz club – Paris
vedi i dettagli

Nella foto in alto: il pianista galatrese Nicola Sergio.

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(23.5.13) NICOLA SERGIO SUONA "SCILLA" ALL'ISTITUTO ITALIANO DI CULTURA A PARIGI - Nicola Sergio, pianista galatrese ormai affermato nel campo della musica jazz, si è esibito alcuni giorni fa a Parigi col suo trio, presso l'Istituto Italiano di Cultura. Tra i brani eseguiti figura anche "Scilla", composto da Nicola, che testimonia, fra il mito e la leggenda, il legame con la propria terra d'origine. L'esecuzione del pezzo ha riscosso notevole successo. Vi proponiamo il video:





www.nicolasergio.com


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(30.5.13) CONCORSO LETTERARIO "METAUROS": EDIZIONE 2014 - 1. L’Università “Ponti con la società per il tempo libero e la socializzazione” con il patrocinio dell’Ambasciata Italiana de la Soberana Orden Templaria S. Josè, indice la quarta edizione del CONCORSO LETTERARIO “METAUROS” aperto a tutti gli autori senza nessuna distinzione di provenienza fatto salvo l’espressione in lingua italiana ( o dialetto calabrese/napoletano/siciliano sez. B e D) e la maggiore età:

SEZ A: libro edito di storia locale (paesi, tradizioni, storia, personaggi delle varie regioni italiane ) alla quale si può partecipare inviando 5 copie di un proprio volume edito (max 5 opere diverse per autore) con allegato foglio riportante sezione, titolo delle opere presentate, generalità dell’autore e recapito;

SEZ B: poesia singola in lingua italiana o dialetto calabrese/napoletano/siciliano a tema libero. Inviare massimo 5 poesie in 5 copie di cui una con dati, sezione, recapito e firma dell’autore;

SEZ C: libro edito a carattere letterario (romanzo, novelle, commedie) in lingua italiana inviare 5 copie di un proprio volume edito (max 5 opere diverse per autore) con allegato foglio riportante sezione, titolo delle opere presentate, generalità dell’autore e recapito;

SEZ D: libro edito di poesia in lingua italiana e/o in dialetto calabrese/napoletano/siciliano inviare 5 copie di un proprio volume edito (max 5 opere diverse per autore) con allegato foglio riportante sezione, titolo delle opere presentate, generalità dell’autore e recapito;

SEZ E libro edito di saggistica inviare 5 copie di un proprio volume edito (max 5 opere diverse per autore) con allegato foglio riportante sezione, titolo delle opere presentate, generalità dell’autore e recapito;

PREMIO PRESIDENZA per la migliore analisi critica-letteraria sulla poesia di Rocco Giuseppe Tassone inviare 2 copie di un proprio lavoro (anche tesi di laurea) più una copia su pennetta word Times N.R. 12 con allegato foglio riportante sezione, titolo delle opere presentate, generalità dell’autore e recapito. La partecipazione a questa sezione è gratuita e il miglior lavoro sarà pubblicato dall’Università Ponti con la Società in collaborazione con l’Ambasciata Italiana de la Soberana Orden Templaria S. Josè, l’autore autorizza cedendo ogni diritto, la pubblicazione del lavoro, saranno consegnate all’autore 20 copie; ( chi non è in possesso dei libri del Tassone può richiederli alla nostra associazione con un contributo per le spese; si segnalano i seguenti lavori ancora disponibili: POESIE – in appendice ampia bio-bibliografia - VITALE ED. 2011 € 15,00, COMUNQUE LIBERI TINDARI ED. 2011 € 15,00, IMPRESSIONISME PR.U.F.C. ED. 1996 € 10,00 spese spedizione comprese);

2. E’ richiesta una tassa di partecipazione pari a 20,00 euro per sezione, qualunque sia il numero di opere presentate, da inviare in contanti ed in allegato alle opere, per gli autori che partecipano a più sezioni la quota scende a € 15,00 per sezione; la sezione premio presidenza è gratuita;

3. Le opere devono essere inviate entro il 15 dicembre 2013 al seguente indirizzo:

PRESIDENTE UNIVERSITA’ PONTI CON LA SOCIETA’
PROF. CAV. ROCCO GIUSEPPE TASSONE CASELLA POSTALE 13 - 89013 GIOIA TAURO RC

preferibilmente tramite posta prioritaria; si invita a non aspettare gli ultimi giorni;

4. La premiazione avrà luogo nella primavera 2014 e gli autori premiati e selezionati saranno avvisati personalmente in tempo utile. I risultati saranno pubblicizzati da quotidiani, riviste e siti internet. I premiati saranno nominati SOCI ONORARI dell’Università Ponti con la Società. Ai finalisti non presenti verrà recapitato solo il diploma/pergamena, per motivi organizzativi non si invieranno eventuali premi assegnati;

5. La commissione giudicatrice sarà resa nota in occasione dell’assegnazione del premio e avrà libertà di valutazione delle opere ed eventualmente anche di non assegnare il premio qualora i lavori pervenuti risultassero non meritevoli. E’ previsto per ogni sezione un solo premio al miglior lavoro, sarà facoltà della giuria assegnare ulteriori premi o segnalazioni;

6. Ogni autore con la partecipazione autorizza il trattamento ai dati personali ai fini del concorso e certifica, sotto responsabilità, la paternità delle opere presentate e la maggiore età.

Il Presidente Prof. Cav. Rocco Giuseppe Tassone


Scarica il bando (PDF) 86,8 KB

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(15.6.13) ORSU', ORSA' E I GRANDI ENIGMI: UN LIBRO DI MASSIMO BARGAGLI - La casa editrice I libri di Emil ha pubblicato di recente un interessante volume di narrativa scritto da Massimo Bargagli, dal titolo Orsù, Orsà e i grandi enigmi (€ 17, pp. 272).
E' un libro che vuole mettere in evidenza un percorso di ricerca intrapreso dai due bambini protagonisti che, nel corso del loro viaggio dalla profondità delle steppe asiatiche alle contrade occidentali, sono alle prese con avvenimenti meravigliosi e straordinari.
I bambini si chiamano Orsù e Orsà e in questa loro avventura dispongono dello straordinario aiuto del loro amico Cavaliere Giovanni senza paura. Questa insolita truppa tenta di risolvere i grandi enigmi della vita attraverso percorsi segnati dalla ricerca filosofica, dall’indagine sulle tradizioni mitiche e religiose, e dallo studio degli avvenimenti storici.
Un racconto interessante ed avvincente, adatto ai lettori giovanissimi e ai meno giovani, che ci conduce in un itinerario insolito che evidenzia e valorizza uno degli aspetti fondamentali dell'attività umana, ovvero la curiosità, la voglia di esplorazione e di ricerca esteriore ed interiore allo stesso tempo.
Massimo Bargagli, l'autore, si è laureato alla Sapienza di Roma in Scienze Politiche ed è stato, per molti anni, direttore di varie filiali di uno dei principali Istituti di credito italiani. E' appassionato di storia, di filosofia e dello studio delle tradizioni religiose.

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Nella foto: la copertina del libro.

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(29.6.13) IL MIO RECENTE PROGETTO CON VASCO (Saverio Ceravolo) - Il nostro concittadino Saverio Ceravolo, da diversi anni Creative Technology Director di OnScreen Communication S.r.l., azienda che si occupa di realtà aumentata e nuove tecnologie ci invia un resoconto riguardante le sue esperienze di lavoro assieme a Vasco Rossi e ci parla del progetto a cui ha lavorato di recente col cantante, ovvero il "Vasco Live Kom 2013".

* * *

Gentili amici, mi farebbe piacere condividere con tutti i lettori l'ultimo progetto al quale ho lavorato di recente:

Vasco Live Kom 2013

Ho iniziato la collaborazione con lo staff dell'artista nel 2005 occupandomi delle tecnologie video impiegate nel tour, esperienza terminata quell'anno con il mega concerto a Germaneto (CZ), live con 500.000 persone, e dopo un piccolo stop ho proseguito nel 2007 con il "Vasco Live Tour" negli stadi italiani.
Dal 2008 mi occupo di ideazione, progettazione e Creative Technology.
Tra il 2009 e 2010 durante lo Europe Indoor tour, che ci ha visti toccare tra le altre alcune città europee come Londra, Bruxelles, Zurigo e Berlino, ho avuto il piacere di ospitare diversi amici di Galatro ormai emigrati da tanti anni ma che, come me, hanno sempre nel cuore il nostro piccolo paesino.
Ricordo ancora molto bene l'incontro con Bartolo Furfaro a Zurigo. Ha passato la giornata al palazzetto con me e prima del concerto cena al catering con la band e lo staff più stretto. Mi ha fatto molto piacere rivederlo.
Ora, dopo 2 anni di stop e l'interruzione del tour nel 2011 a causa di un problema di salute, Vasco è ritornato veramente alla grande. Già nei giorni di prova a Torino devo dire che la differenza rispetto al 2011 si è vista. La sensazione che abbiamo è che finalmente si sia ripreso e sul palco ha regalato delle performance di altissimo livello.
Personalmente non lo vedevo così da tanti anni e sono molto contento per lui, anche in produzione c'è una certa serenità e questo non può che aiutare in un progetto del genere, molto complesso a livello scenico e con oltre 200 persone al seguito tra cui gli svizzeri di Audio Rent per l'audio e gli inglesi di Er Productions per i laser.
Volevo darvi un'anteprima a inizio giugno ma purtroppo sono stato full con il Wind Music Awards prima e poi con le prove per lo show di Torino. I tre concerti finali sono stati a Bologna il 22, 23 e 26 Giugno.
L'adrenalina come sempre è al massimo e ogni volta che parte la prima nota la sensazione è sempre la stessa... la mente si svuota e inizia la magia. Questo è sicuramente un progetto a cui tengo molto.
Il Komandante è tornato. «Per riallacciare "un discorso"! Per continuare "un percorso"! Per riportare un po' di Gioia!» Questa è la frase voluta da Vasco con la quale iniziamo ogni concerto.
Un saluto di cuore alla Redazione e a tutti i lettori.

Saverio Ceravolo


Un video di Vasco Rossi in concerto dal vivo a Torino



Backstage 14-6-13 Staff YouTube sharing



Prove Luci a Bologna - Vasco Live kom 013



Un momento delle prove prima del concerto di Vasco

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