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9.7.15 - Poesia "Immigrati" e nuova pubblicazione a stampa
Biagio Cirillo

21.7.15 - Molta scienza riavvicina a Dio

Pasquale Cannatà

3.8.15 - Terza Rassegna teatrale galatrese. Programma "Vivi Galatro 2015"

Michele Scozzarra

22.8.15 - Una chiesa, una parrocchia... un paese: l'ultimo libro di Umberto Di Stilo

Domenico Distilo

6.9.15 - Finite le ferie a Galatro. Vi mando una poesia di fantasia

Biagio Cirillo

1.10.15 - La Madonna di Tablada ha più di cinquant'anni

Pina Lamanna

8.10.15 - Rock in Roma 2015


8.10.15 - "Migrants": esce il nuovo disco di Nicola Sergio


19.11.15 - Paola Mastrocola, La passione ribelle

Domenico Distilo

9.12.15 - Natale fra attentati e allarmismi: tiro fuori una poesia dal mio cassetto

Biagio Cirillo

23.12.15 - Dare a Cesare quel che è di Cesare

Pasquale Cannatà

25.12.15 - "L'ultimo dei rimasti", registrazioni audio di Peppe Macrì


25.12.15 - Una poesia per il tombolone

Biagio Cirillo

30.12.15 - Valentina Gullace e Nicola Sergio in concerto a Polistena





(9.7.15) POESIA "IMMIGRATI" E NUOVA PUBBLICAZIONE A STAMPA (Biagio Cirillo) - In questo periodo non si parla d'altro che di immigrati e di politici che, con la scusa di dare loro aiuto, s'ingrassano. Penso che ormai siamo al limite e, pur con tutta la buona volontà di ospitarli e aiutarli, non ne veniamo a capo, trascuriamo la nostra gente e i nostri disoccupati e andiamo in un tunnel senza fine. Questa poesia l'ho fatta per sdrammatizzare.
In questi giorni è uscita, per i tipi della casa editrice Pagine, una raccolta di poesie dal titolo "Riflessi" dove all'interno ci sono sei mie poesie.

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Immigrati

Nu jòrnu su settanta,
nu jòrnu quattrucentu,
su tanti ca stu mari
si staci agghjuttèndu.

Arrìvanu cu i barcùni,
arrìvanu cu i gommòni,
nci sugnu delinquenti
ma puru genti boni.

Nc'è a fìmmana sula
chi veni violentata
e quandu arriva 'nterra
finisci 'nta na strata.

Su pòvari, su stanchi,
su esseri umani,
ndannu testa e cori,
du pedi e du mani.

Arrìvanu i nu mundu
cu tanta fami e guerra,
cumbìnti ca l'America
si trova ntra sta terra.

Pàrtinu cu penzèru
ca trovanu furtùna,
ma pe tanti ntra stu mari
nc'è cu porta na curùna.

L'Italia e l'italiani,
chi vonnu u su presenti,
sembra ca fannu tantu,
ma a fini no servi a nenti.

Néscinu i na strata
e arrivanu ntra stu casìnu,
nc'è cu mangia tantu
e cu mancu nu paninu.

Non vìju nu futuru
pe tutta chista genti,
non si ponnu sistemàri
ca su tanti veramenti.

Nc'è genti nta st'Italia
cu i pili supa o cori,
ch'i sfrùttanu e s'arricchìscinu
e si séntinu signori.

Nc'è abùsu di potèri
di sti figghi i bona mamma,
speràmu c'o Signuri
nu jornu li cundanna.

Biagio Cirillo
 


Nelle foto, dall'alto: la copertina del volume "Riflessi" che contiene sei poesie di Biagio Cirillo; barcone pieno di immigrati.

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(21.7.15) MOLTA SCIENZA RIAVVICINA A DIO (Pasquale Cannatà) - Ho letto alcuni anni fa un libro dello scienziato Antonino Zichichi nel quale era riportata questa frase di Louis Pasteur: "Un po’ di scienza allontana da Dio, ma molta scienza riconduce a Lui”.
Umberto Minopoli, in un articolo apparso sul “foglio” del 29/6/2015riprende questo pensiero di Pasteur e scrive:
“Cosa è stato veramente il Big Bang? Perché riusciamo a spiegarci solo il 4 per cento della materia che vediamo? Come è iniziata veramente la vita cellulare? Una parte della scienza non se la sente ancora, dinanzi a tanta incertezza, di dichiarare inammissibile scientificamente l’ipotesi di disegno intelligente, l’ipotesi di Dio. “Molta scienza” ci riporta a domande fondamentali e senza risposta. Dio non è escluso.
Ma c’è una seconda suggestione, opposta, che ritiene invece che l’accumulo di conoscenza cosmologica degli ultimi settant’anni consenta finalmente all’umanità di dichiarare chiuse le domande su Dio. Ormai sappiamo quanto basta, ha scritto Stephen Hawking: gli interrogativi fondamentali della vita hanno risposte e noi siamo vicini alla verità sul Grande disegno: non c’è un disegnatore! E’ davvero così? Esistono davvero argomenti scientifici che abilitino la pretesa neoateista?”

Apprezzo molto Piero Angela per la sua opera di divulgazione scientifica, ma quando nel suo libro “viaggio nella scienza” cerca di spiegare l’origine della vita sulla terra, per giustificare il passaggio da una forma di vita a quella più evoluta e complessa non può far altro che aggrapparsi ai milioni di anni passati tra una specie e l’altra dichiarando esplicitamente che tra di esse c’è “un buio di cui non conosciamo i meccanismi”. Significativo è il momento in cui affronta il passaggio tra la riproduzione in acqua e quella nell’uovo “nel quale c’è tutto il necessario perché il nuovo essere possa sopravvivere, cioè cibo, alloggio e soprattutto acqua”: ma se tutto si evolve per piccoli cambiamenti avvenuti nel corso di milioni di anni, dell’uovo si è formato prima il guscio, l’albume o il tuorlo? Se questi tre componenti sono separati, possono assolvere comunque la loro funzione? O si sono formati tutti contemporaneamente? Questo mi sembra un esempio di poca scienza, anche se riconosco la validità delle teorie evoluzionistiche e della selezione naturale se inquadrate in un contesto di “disegno intelligente”.
E che dire del cuore?
Lo scienziato N. Nobile Migliore scrive che il cuore è un esempio di organo chiaramente progettato: “E' formato da quattro cavità al suo interno, atrio destro,atrio sinistro in alto e ventricolo destro e ventricolo sinistro in basso.Tra le cavità superiori ed inferiori esistono dei sistemi valvolari che si chiudono quando il cuore si contrae e si riaprono quando il cuore si dilata e questo per l'evidente scopo di impedire che il sangue durante la contrazione rigurgiti in alto all'indietro.Similmente esistono delle altre valvole all'inizio delle grandi arterie,aorta e polmonare che viceversa si aprono durante la contrazione e si chiudono durante la dilatazione in modo da impedire che il sangue dalle arterie rifluisca nel cuore.L'insufficienza delle valvole sopraddette provoca infatti ben presto delle gravi alterazioni del cuore con insufficienza che conduce presto alla morte del paziente. E' come se tutto il miocardio si comportasse come un'unica cellula! Senza una sola delle strutture testè descritte il cuore non può funzionare e quindi mette in crisi la teoria darwiniana delle piccole mutazioni cumulative casuali.Tutta la struttura essenziale del cuore deve essere stata creata contemporaneamente con un atto di intelligenza progettuale,questo è quello che i dati scientifici obiettivi possono constatare”.
Umberto Minopoli continua:
“Sulle cose significative del Tutto possiamo solo fare ipotesi, congetture, illazioni. Su quelle famose “carte di Dio” sembra si debba dire quello che Churchill pensava della Russia comunista: un mistero che cela un enigma che nasconde un segreto. Cosa c’era prima del primo istante? E’ curioso: grazie alla fisica relativista sappiamo quasi tutto dell’evoluzione dell’universo in 13,7 miliardi di anni. Ma dell’inizio vero sappiamo poco, anzi nulla. La scienza si ferma, sorprendentemente, solo ad un attimo (in senso letterale) dal Bang. Non è veramente riuscita a penetrare l’inizio. E’ costretta a fermarsi un po’ di tempo prima. Quanto tempo prima? Un attimo. La cui lunghezza e durata ci sono note: 10 elevato a -43 secondi dopo l’inizio. Un muro. Si chiama “tempo di Planck”. E’ considerato in fisica la più piccola durata di tempo concepibile: miliardesime di miliardesime di miliardesime volte più piccola di un secondo (c’è anche una misura di Planck che riguarda l’estensione: 10 elevato a -33 centimetri: la più piccola dimensione concepibile). Non dimenticate che, in quella frazione di tempo, gli eventi sono quantistici. Il tempo non è quello macroscopico che conosciamo. Non è ancora distinto dallo spazio, non scorre, non prosegue inesorabile come una freccia, non è lineare come lo misuriamo coi nostri orologi. Al tempo di Planck, nella frazione di 10 alla-43 secondi, attimo ed eternità non sono distinti, così come non lo sono passato, presente e futuro. Quel tempo minuscolo, insomma, è anche immenso. Può essere davvero successo di tutto. Speculazione? Non tanto. Il tempo di Planck è un problema fisico reale. Entra negli esperimenti quantistici. E’ una misura effettiva. Che funziona nelle prove quantistiche. E che inquieta i fisici: non si accorda con la relatività. Lasciando così la fisica monca. E irrita i cosmologi: eleva un muro di opacità, mistero e ignoranza sulla vera dinamica del Big Bang.E soprattutto, lascia spazio a possibili, disturbanti ipotesi creazioniste”.
Angelo Cannatà riporta in un suo libro uno scambio di idee tra Eugenio Scalfari e Vito Mancuso a proposito dell’esistenza di Dio: il teologo concorda con gli atei sul fatto che l’universo era caos all’inizio dell’espansione, ma sostiene che se da questo caos si è poi arrivati all’ordine ciò è dovuto al fatto che forse “prima” del caos, forse “sopra” il caos, di sicuro “dentro” il caos, come principio ordinatore c’era e c’è il logos. Questa convinzione si è rafforzata in Mancuso anche dalla lettura di un libro dell’astrofisico britannico Martin Rees che parla dei sei numeri fondamentali della fisica (i quanti di energia, di luce, di materia, ecc.): ognuno di questi sei numeri potrebbe essere leggermente diverso da com’è, e in questo caso la vita non sarebbe sorta. Si tratta di un caso, si chiede il teologo, che essi siano esattamente come sono, oppure sono stati posti esattamente così da un ente necessario, causa prima del tutto e che gli uomini chiamano Dio? L’energia non è rimasta allo stato caotico dell’inizio, risponde Mancuso, perché le forze fondamentali che la muovono sono governate in ogni istante da una logica primordiale che tutte le grandi civiltà hanno riconosciuto, i greci chiamandola logos, i cinesi tao, i giapponesi shinto, ecc.
Mancuso continua affermando che la condizione perché qualcosa ci sia è la sua conformità a questo logos, a questa rete creata dall’interazione delle forze secondo la logica della relazione tra i sei numeri fondamentali.
A questo proposito leggiamo ancora Minopoli:
“Ad esempio: se la “costante di struttura fine” (la misura dell’intensità delle interazioni elettromagnetiche) fosse solo leggermente diversa da 1/137 (un numero primo e senza decimali) la luce non interferirebbe con la materia e il mondo sarebbe opaco e informe; se la massa del protone non fosse esattamente 1.836,153 quella dell’elettrone o se le cariche dei quark (le particelle costitutive di protoni e neutroni) non fossero esattamente speculari e opposte a quelle degli elettroni, gli atomi non si formerebbero; se la costante gravitazionale di Newton non fosse esattamente pari a 6,67384 moltiplicata per 10 alla-11, ogni corpo fuggirebbe nel cielo da ogni altro e non ci sarebbero stelle e pianeti. E così per altri parametri e costanti in natura. Da dove vengono fuori numeri così coincidenti? Come può essersi verificato questo misterioso tuning? Può essere frutto del caso? Della lotteria di eventi prodotti solo dalla probabilità? Certo che no. Il caso non spiega! o si ipotizza un “miracolo matematico” o non abbiamo spiegazioni. Dilemmi urticanti per la cosmologia ateista.
La stravagante ipotesi che la cosmologia neoateista ha ideato per produrre la prova dell’inesistenza di Dio è la “fluttuazione quantistica”. Che dovrebbe spiegare l’inizio del Big Bang. Secondo Lawrence Krauss (“L’universo dal nulla”) la fisica quantistica ha svelato il meccanismo per cui possono darsi fenomeni privi di causa: eventi che sorgono, letteralmente, dal nulla. Effettivamente c’è in fisica quantistica un fenomeno accertato: si chiama “pair production”. Afferma che in uno spazio vuoto può manifestarsi, senza causa apparente, una coppia di particelle, prima “virtuali” e poi “reali”, che sembrano emergere dal niente. Si chiama fluttuazione quantistica del vuoto. Attenzione: del vuoto, non del nulla. Per la fisica nulla e vuoto non sono sinonimi. Il nulla è banalmente il niente. Il vuoto è, invece, un oggetto fisico reale. Non è il niente. E’ un qualcosa. In fisica quantistica il vuoto è, in realtà, un pieno: di campi di forze e di energia, potenziale e latente. E dunque invisibile. Attraverso la fluttuazione quantistica questa energia potenziale si trasforma, per via della formula E=mc2 e senza una causa osservabile o un evento scatenante, in energia cinetica di particelle reali. Dal vuoto è nato qualcosa. Dal vuoto, appunto. Non dal nulla. Nella fase del tempo di Planck questo può essere successo: che dalle fluttuazioni di un vuoto ricchissimo di energia potenziale si sia prodotto qualcosa. Quella di Krauss, scrive AmirAczel, è una “meravigliosa bugia”, un trucco ingenuo per motivare la non necessità scientifica di ipotesi creazioniste: il mondo può essere emerso dal niente, dal nulla. E invece no. L’energia non si crea dal nulla. All’attimo del Big Bang non poteva esserci il nulla. Preesisteva qualcosa: energia potenziale! Dal nulla non nascono fiori. Ma allora siamo al punto di partenza: chi ha messo lì quell’energia? Come si è prodotto quel potenziale? Krauss non ci fa fare passi avanti. Il dilemma dell’origine resta”.

Questi mi sembrano argomenti che contengono molta scienza!
Aggiungo solo una nota: san Paolo, nella prima lettera a Timoteoafferma che Dio “abita una luce inaccessibile”: illuminato dallo Spirito Santo, l’Apostolo delle genti 2000 anni fa è andato oltre la soglia su cui si fermano gli scienziati di oggi che posseggono tutte queste conoscenze di meccanica quantistica e di fisica nucleare!
Abbiamo letto poco fa nell’articolo di Minopoli che “al tempo di Planck, nella frazione di 10 alla-43 secondi, attimo ed eternità non sono distinti, così come non lo sono passato, presente e futuro. Quel tempo minuscolo, insomma, è anche immenso”. E mentre per noi il tempo scorre, in quel punto di luce inaccessibile all’uomo abita Uno per cui attimo ed eternità non sono distinti, Uno per cui un punto e l’immensità sono la stessa cosa, Uno la cui incommensurabile energia potenziale (fatta di onde e non di particelle, di energia e non di materia, il vuoto e non il nulla) si trasforma in ogni istante nell’universo reale a cui apparteniamo.
Dio osserva e misura in ogni istante tutto il creato nelle sue 4 dimensioni spazio-temporali e lo fa sussistere grazie al Suo amore che è la 5a e la più importante ed indispensabile dimensione dell’esistenza, che ci avvolge e ci distingue tutti. Se Dio smettesse di amarci anche per un solo attimo, l’universo esisterebbe solo sotto forma di onde (esisteremmo solo nella mente di Dio, saremmo solo un Suo ‘pensiero’ non espresso, non concretizzato dalla Sua ‘parola’ creatrice) e nessuna di esse si trasformerebbe nelle miriadi di particelle che compongono il mondo da noi conosciuto.
Noi siamo un pensiero di Dio.


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(3.8.15) TERZA RASSEGNA TEATRALE GALATRESE. PROGRAMMA "VIVI GALATRO 2015" (Michele Scozzarra) - E' iniziata Sabato 1° agosto 2015 la “Terza Rassegna Teatrale Galatrese”, organizzata dall’Amministrazione Comunale, in collaborazione con la Fita e con il Patrocinio dell’Amministrazione Provinciale di Reggio Calabria nell’ambito dei programmati incontri sociali e culturali della manifestazione “Vivi Galatro – Estate 2015” (di cui potete visualizzare in basso il programma completo), che animeranno l’estate galatrese, con una serie di spettacoli che, sicuramente, riscontreranno grande favore di pubblico.
Tutte le rappresentazioni teatrali si svolgeranno di sera, nella centralissima Piazza Matteotti, che sarà allestita come un grande teatro all’aperto.
Anche questa “Terza Rassegna Teatrale Galatrese”, pur nella varietà delle rappresentazioni presenti, vuole rappresentare il tentativo di recupero di una memoria, di una tradizione, di una cultura autenticamente popolare che, oggi più che nel passato, proprio nel teatro trova il “luogo” in cui si concentrano tante domande fondamentali che ci rimandano a un “oltre” che trasfigura tanti piccoli “episodi” della nostra quotidianità, rendendoli “grandi eventi” sui quali pensare, ridere e riflettere sulla vita e su come viene vissuta nei nostri paesi.


Il Vice Sindaco di Galatro, Pino Sorbara, ha evidenziato l’interesse dell’Amministrazione ed i motivi che l’hanno spinta a programmare un tale significativo evento, nella consapevolezza che la musica, l’arte, la passione e la fantasia riescono ad abbattere barriere culturali e sociali unendo persone apparentemente lontane con momenti di divertimento che esprimono emozioni e sentimenti di gioia che migliorano la qualità della vita dei nostri paesi:
«Quella di quest’anno è la terza rassegna teatrale galatrese che, come ogni anno, si colloca nel programma delle iniziative organizzate dal Comune di Galatro per l’estate 2015, in collaborazione anche con la Fita e con il Patrocinio dell’Amministrazione Provinciale di Reggio Calabria. Quest’anno abbiamo voluto invitare delle Compagnie teatrali di alto livello che aumenteranno il prestigio della nostra Rassegna, mi piace segnalare la Compagnia Teatrale “A.C.I.S. Il Sipario” di Napoli che presenterà la commedia brillante in due atti “Non sono un Gigolò” e la Compagnia Teatro “Stabile Nisseno” di Caltanissetta della quale fanno parte due attori di alto livello quali sono Toti e Totino, che presenterà la commedia comica “Il ratto delle Sabine”. Sono previsti altre tre serate di grande teatro con la partecipazione di compagnie locali già affermate nel nostro territorio quali la Compagnia Teatrale Deliese che presenterà la commedia "'Nta casa i don Raffaele", la Compagnia “La Bottega del Sorriso di Cittanova che presenterà “L’eredità dello zio canonico” e, non ultima, la nostra Compagnia teatrale “Valle del Metramo" che presenterà la commedia “Dui pacci in vacanza”. La nostra Amministrazione punta anche quest’anno, nelle manifestazioni culturali estive, sul teatro come veicolo culturale capace di creare ampie partecipazioni e aggregazioni, sperando anche di poter riuscire a far trascorrere ai galatresi e, soprattutto agli emigrati che rientrano per le ferie estive, dei bei momenti di spettacolo e divertimento.»


Nelle foto: in alto il programma della Rassegna teatrale 2015, in basso il programma completo di Vivi Galatro d'Estate 2015.


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(22.8.15) UNA CHIESA, UNA PARROCCHIA... UN PAESE: L'ULTIMO LIBRO DI UMBERTO DI STILO (Domenico Distilo) - Non c’è galatrese degli ultimi due secoli che non si sia chiesto il motivo della divisione del paese in due metà separate dal fiume Metramo e, soprattutto, non si sia chiesto perché, per moltissimi anni, la divisione non sia stata solo fisica ma sociale, culturale, economica, psicologica e religiosa, con una chiesa e una parrocchia (entrambe dedicate alla Madonna di Polsi) a costituire il simbolo identitario degli abitanti dell’antico quartiere San Nicola, negli anni del Risorgimento ribattezzato Montebello.
Le risposte a queste domande – domande quasi mai chiaramente espresse - si possono ora trovare nell’ultimo libro di Umberto Di Stilo (Una chiesa, una parrocchia, il secolare culto di Maria SS. Della Montagna a Galatro, Edisum, pp. 419, € 30.00), che ricostruendo la storia della vecchia chiesa del quartiere San Nicola eretta in parrocchia nel 1856, ci offre, probabilmente trascendendo l’originario piano di lavoro, uno spaccato di storia generale del nostro paese implicando cultura, economia e società attraverso interessanti squarci su forme di vita e mentalità collettiva.
L’erezione in parrocchia rappresenta il culmine della storia, il punto d’arrivo di una lunga e intensa lotta promossa da quei gruppi di cittadini della vecchia Galatro determinati, dopo il terremoto del 1783, a rifiutare il trasferimento, disposto dalle autorità, nel sito denominato Serghi e a restare in quello vecchio di San Nicola, sfidando, con tale resistenza, i ”poteri forti” dell’epoca. E trovando grazie a questa sfida, intorno alla chiesa e poi alla parrocchia - dunque, essenzialmente e fondamentalmente nella dimensione religiosa - le ragioni della propria unità ed identità di “quartaroti”, nome col quale sarebbero stati designati, in vernacolo, i galatresi abitanti la riva destra del Metramo.
Galatresi le cui vicende l’autore segue con l’acribia dello storico non dilettante, preferendo “sudare” sulle carte piuttosto che indulgere in interpretazioni tanto seducenti quanto azzardate o magari del tutto infondate. Così per ogni fatto, evento o episodio, anche il meno notevole e rilevante, fornisce un riscontro documentale. Ne viene fuori un lavoro, corredato da un nutrito apparato di foto d’epoca, che appare talvolta assumere, anche per via della cospicua notazione, un andamento lento. Si tratta, però, dell’effetto di una scelta precisa, il prezzo – se di prezzo si tratta - pagato ad uno stile espositivo che tiene nel debito conto le esigenze degli addetti ai lavori.
La chiesa e, nel 1856, la parrocchia nascono, dunque, dalla resistenza a trasferirsi nel nuovo sito, circostanza questa che è all’origine della storica animosità tra “quartaroti” e “madonnisi”, nomi adoperati il primo per designare i galatresi rimasti nel vecchio quartiere; il secondo gli abitanti del paese ricostruito con le sue vecchie e nuove chiese che esprimevano la radicata tradizione della devozione mariana.
La storia non si esaurisce però con l’elevazione della chiesa a parrocchia. Anzi, il riconoscimento dello status parrocchiale è il punto d’arrivo di quella che potremmo definire la preistoria e l’inizio di un percorso che nel suo svolgimento “moderno” prende le mosse con la contestuale dedicazione della chiesa alla Madonna di Polsi, avvenuta nel 1856.
A partire da questo episodio cruciale si dipana la storia della chiesa e della parrocchia, dei parroci e del popolo, i cui momenti topici sono gli anniversari del 1906, del 1956 e i due ultimi, recenti, del 1981 e del 2006, celebrati con l’intento di ribadire il significato e la solennità dell’incoronazione della statua della Vergine.
Quanto alla dedicazione della chiesa e della parrocchia alla Madonna di Polsi, non si può dire sia stata casuale. Essa è scaturita, piuttosto, dall’intento di creare o ribadire il legame tra il paese, inteso come centro abitato, e le sue contrade montane, abitate da contadini e “massari” che, nel giro di qualche decennio, si sono così votati alla Vergine dedicataria da abbandonare temporaneamente, in vista dell’otto settembre di ogni anno, i loro casolari e masserie per scendere a valle e partecipare alla festa e al suo momento culminante, la processione della statua (la cui storia viene peraltro dall’autore ricostruita con completezza) per le vie del paese.
La parte finale del volume abbraccia infine gli ultimi decenni, consentendo ai molti lettori che li hanno vissuti, sia pure da semplici spettatori, di riviverne le atmosfere e ripercorrerne le vicende, misurando la distanza di esse da un presente che non può non apparire, nello specifico galatrese, meno ricco di stimoli, a causa, in primo luogo, della “delocalizzazione” della vita indotta dai cambiamenti intervenuti nella società e nella stessa chiesa, alle prese, dal canto suo, con le difficoltà di mediare il messaggio cristiano nel contesto di una secolarizzazione che appare sempre più inarrestabile.

Nelle foto: in alto la copertina del volume di Umberto Di Stilo dedicato alla storia della parrocchia di S. Maria della Montagna; in basso l'autore.


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(6.9.15) FINITE LE FERIE A GALATRO. VI MANDO UNA POESIA DI FANTASIA (Biagio Cirillo) - Ho passato le mie ferie a Galatro e ho visto pochi galatresi, alcuni li ho visti per un attimo, un saluto e via, altri li ho intravisti passando in macchina per andare al mare. Sono sceso un po' tardi a Galatro e non ho voluto perdere il mare che aspetto per 12 mesi. Sono stato con i miei familiari, mi sono un po' rintanato nella mia casetta, la sera mi sono goduto il mio giardino.
Non ho nemmeno fatto il giro dei parenti tranne i due zii rimasti ancora in vita, ho voluto fare le ferie in relax. Adesso sono tornato nella città, mi manca il mio paesino come manca a tanti miei paesani, mi manca quella tranquillità apparente.
La cosa che più mi rattrista è il leggere su internet i litigi tra paesani per quel po' di politica, per le terme e per la mancanza di rispetto verso il primo cittadino, del resto non ci si può lamentare di niente, paese pulito, fiume pulito, raccolta differenziata doc, gente buona e generosa, forse a volte non ci rendiamo conto del paradiso di tranquillità che si trova a Galatro.
Gli altri anni facevo le cure termali all’interno della struttura, l’anno scorso solo nella piscina, quest’anno non sono andato per niente, non chiedetemi perchè, tanto non lo so nemmeno io, forse sentirle come motivo di discussioni mi hanno fatto passare la voglia di frequentarle, o forse ho preferito il mare.
Prima delle ferie avevo fatto una poesia, avrei voluto spedirla prima ma non l’ho fatto, una poesia di fantasia senza alcun riferimento. Come al solito spero di fare cosa gradita ai lettori del sito di Galatro.

U maritu e a mugghieri

'Nci dissi lu maritu a la mugghieri:
"Abbàsciati e làvami li pedi".
Rispundi la mugghieri a lu maritu:
"Va cùrcati e dormi 'scimunìtu'."

Scattàu lu maritu annervusùtu,
'nci dissi: "Statti attenta ca su 'mbriacu,
cunzìgghiu t'ugnu, levati di jòcu,
ca pemmu t'izu mani 'nci vo' pocu."

La povara mugghieri appauràta
si gira pe mentìri a ppostu a casa,
'nci arriva nu jiffulùni e na puntàta,
jettandula pe 'nterra 'nzollenùta.

Pe tantu tempu, amara, stezzi ccittu,
volendu mu lu vidi sulu mortu,
sumporta tanti cosi pe paura,
penzandu a sta vita tantu dura

Cumincia na cundanna e na sbentura,
non mancanu i denunci a la questura,
ciangiùti puru cu li so' parenti,
n'a crìdinu e n'aiùtanu pe nenti.

Passandu u tempu crisci la paura,
lu mmèrda vaci avanti c'a tortura,
sta povara mugghieri 'ndebulùta,
non 'nci la faci cchiù e lu sdarrùpa.

Cumincia mu si conza li capìdhi
e nommu faci nenti di mangiari,
la sira nesci ngiru cu l'amica
e u jornu dormi 'nzanu e no fatìca.

Non passa tantu tempu e arriva 'amicu,
'u vròcculu diventa esaurìtu,
si nd'esci di la casa e perdi tuttu,
pe na parola mala mo è distruttu.

'Nta casa si non c'èni cumprenziòni
si rùppinu puru li famigghi boni,
aumenta lu lavuru d'abbocati,
divorzi e li fìgghi abbandunàti.

Biagio Cirillo

Nella foto: partenza della famiglia Cirillo.


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(1.10.15) LA MADONNA DI TABLADA HA PIU' DI CINQUANT'ANNI (Pina Lamanna) - BUENOS AIRES - Quest'anno la festa della Madonna della Montagna di Galatro in Argentina é stata un po' speciale. Cinquantuno anni fa un gruppo di galatresi si è radunato per portare la devozione e la fede nella nuova nazione che li ospitava e così l'anno seguente è iniziata questa tradizione di fede che con gli anni si é inserita nella vita del paese.
Come tutti gli anni la seconda domenica di settembre a La Tablada si svolge la festa in onore della Santa Vergine Maria. La Santa Mesa é stata emozionante con la participazione del Vescovo di Morón e del Prete della Parrocchia. La celebrazione eucaristica è cominciata con l'Incoronazione della Madonna per i 50 anni tra noi. Dopo la Santa Messa c'è stata la processione per le vie del paese accompagnata in questa occasione da una bella giornata di sole! Subito mi é venuto in mente l´anno scorso sotto la pioggia fredda, ma la processione l'abbiamo fatta lo stesso.
All'uscita della Chiesa la bella Madonna é stata portata da uomini con tanta devozione e fede. Ma quest'anno anche le donne hanno voluto mettere un po' del loro contributo e portare la Vergine. Il percorso per le vie é stato accompagnato dalla banda musicale, con la presenza degli stentardi delle chiese vicine che hanno reso omaggio a questa festa.
Alla fine le autoritá religiose e civili hanno ringraziato tutti noi presenti e sono stati intonati gli inni nazionali dell'Argentina e dell'Italia. Subito dopo sono cominciati i fuochi d´artificio. La Madonna è rientrata nella Chiesa Parrocchiale e sono continuati i canti e le preghiere. Ci siamo poi salutati con la promessa di tornare l'anno prossimo a questa festa ormai tradizionale anche da noi in Argentina.
Voglio condividere con voi le foto di questa meravigliosa giornata dei cinquant'anni della Madonna in Argentina!






























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(8.10.15) ROCK IN ROMA 2015 - ROCK IN ROMA 2015: dai Muse a Robbie Williams, da Lenny Kravitz a Slash e The Chemical Brothers fino al gran finale con i Linkin Park, il tutto passando per i Subsonica, Fedez, J-Ax, Litfiba, Caparezza e i Negrita.

Si è da poco concluso quello che ormai è considerato il festival internazionale più importante d'Italia.
Con un notevole sforzo produttivo e organizzativo attraverso
OSC Innovation, neonata del gruppo AVS, il galatrese Saverio Ceravolo ha curato i progetti e le tecnologie video per i 21 live durante i quasi 3 mesi di festival che hanno portato all'Ippodromo delle Capannelle di Roma non solo una serie di "giganti" della musica mainstream ma anche delle band forse meno celebri ma altrettanto valide.
Oltre un milione di presenze negli anni e una crescita costante degli stranieri, arrivati quasi al 40%, hanno consolidato Rock in Roma come un grande progetto che si piazza tra i primi 10 festival nel mondo.
Quest'anno, per festeggiare la settima edizione, il “Postepay Rock in Roma” nei suoi tre mesi di musica e rock ha messo in mostra più di 20 concerti tra band italiane e internazionali.
Tra le sorprese del 2015 l'iniziativa “Sali sul palco di Postepay Rock in Roma”, realizzata da giovani ingegneri e esperti di comunicazione che, tramite social e web, ha permesso agli utenti, attraverso Google, di vivere in alta definizione le occasioni più importanti: inoltre Postepay, con Visa, ha lanciato PostepayCrowd@Music, un’iniziativa rivolta ai gruppi emergenti che vogliono finanziare la loro attività artistica tramite il crowdfunding.
Per OSC Innovation è stata l'ennesima grande esperienza e un'occasione nuova per mettersi alla prova anche a livello internazionale. Un successo nato dalla collaborazione con altre grandi aziende che ha permesso di raggiungere degli ottimi risultati.
Ecco il teaser ufficiale del festival:

Teaser ufficiale Postepay Rock in Roma 2015

e alcuni video:

Subsonica - Tutti I Miei Sbagli
Subsonica - Veleno
Subsonica
TG1 Muse a Roma
Muse_Starlight live in Rome
Muse_Uprisinglive@Rock in Roma
Linkin Park - Doesn't Even Matter
Linkin Park live at Rock in Roma (Full Concert)

PROGRAMMA COMPLETO POSTEPAY ROCK IN ROMA 2015
14/06/2015 – 21:30 Alt-J
16/06/2015 – 21:30 Slipknot
23/06/2015 – 21:00 Slash
30/06/2015 – 21:00 Mumford And Sons
01/07/2015 – 20:30 Damian Marley
02/07/2015 – 22:00 Chemical Brothers
04/07/2015 – 21:00 J-Ax + Fedez
07/07/2015 – 21:00 Robbie Williams
09/07/2015 – 21:00 Noel Gallagher
11/07/2015 – 21:00 Holi Festival of Colours
14/07/2015 – 21:00 Verdena
18/07/2015 – 21:00 Muse
20/07/2015 – 21:00 Subsonica
24/07/2015 – 21:00 Litfiba
25/07/2015 – 21:00 Caparezza
27/07/2015 – 21:00 Lenny Kravitz
30/07/2015 – 21:00 Fabi Silvestri Gazzè
26/08/2015 – 21:00 Tame Impala
30/08/2015 – 21:00 Negrita
02/09/2015 – 21:00 Interpol
06/09/2015 – 21:00 Linkin Park

Nelle foto: in alto Saverio Ceravolo, in basso un momento di Rock in Roma 2015.

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(8.10.15) "MIGRANTS": ESCE IL NUOVO DISCO DI NICOLA SERGIO - Dopo due anni di lavoro il pianista galatrese Nicola Sergio annuncia l'uscita del nuovo album, in piano solo, dal titolo MIGRANTS. L'etichetta è sempre quella prestigiosa della "Challenge Records International".
Il disco esce ad Ottobre in Europa e nei mesi successivi negli Stati Uniti, in Giappone e Corea.
Tra le iniziative innovative legate all'uscita del CD, una Campagna on line di raccolta fondi in tre lingue sul sito

KISSKISSBANKBANK

per contribuire a finanziare la promozione dell'album e la realizzazione di un concerto con lo spettacolo annesso piano solo / video / scenografia.
Sono previste delle ricompense per ringraziare chi vorrà sostenere la causa in quanto sente di condividere i valori espressi dall'iniziativa, tra le quali la possibilità di pre-acqistare l'album.
Nicola Sergio si augura che, col supporto del pubblico, si potrà dare la giusta visibilità a questa nuova “creatura” alla quale è molto legato a livello affettivo, essendo egli stesso un “Migrant”.

www.nicolasergio.com

Nella foto: Migrants, Nicola Sergio.

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(19.11.15) PAOLA MASTROCOLA, LA PASSIONE RIBELLE (Domenico Distilo) - Che nella scuola di oggi tutto si faccia tranne studiare è, ormai da gran tempo, un’opinione diffusa. E il libro, da poco uscito, di una scrittrice insegnante in pensione (La passione ribelle, i Robinson/letture, Laterza, pp. 149, € 14,00), Paola Mastrocola - con già al suo attivo altri successi editoriali, alcuni dei quali sullo stesso tema - non farà che accrescere la platea di quanti sono convinti che studio e scuola abbiano divorziato, realizzando “un’incredibile dissociazione” in forza della quale la scuola, come da sempre è stata concepita e attuata, di fatto non esiste più.
La scuola, sostiene Paola Mastrocola, ha sempre rappresentato uno spazio e un tempo sospesi in cui non si andava alla ricerca di un’utilità immediata ma ci si formava im-pegnandosi (etimologicamente, precisa, “dandosi in pegno”), versandosi cioè a tutt’uomo su cose che all’inizio magari apparivano astruse, noiose, pesanti, ma alla lunga si rivelavano in grado di farci trovare noi stessi strutturandoci una personalità dal profilo ben definito: autonoma, non conformista, fondamentalmente “ribelle”.
E’ proprio questo il punto: c’era una volta la scuola che faceva studiare e sviluppare, quale conseguenza diretta dello studio, un habitus mentale e uno stile di vita votati alla critica; oggi c’è una scuola che non fa più studiare, dominata dall’appiattimento sull’esistente, sulle cose da fare per averne un ritorno il prima possibile e con la minor fatica possibile. In buona sostanza: a scuola si fa altro, perché la scuola è diventata altro. Perché le cosiddette riforme susseguitesi dagli anni Novanta, dal ministro Luigi Berlinguer in poi, l’hanno fatta diventare altro, cambiandone il codice genetico con l’imposizione di un principio mercatistico, di dipendenza dal mercato, che è nella ratio stessa della legge sull’autonomia. Che sarà pure autonomia (e non lo è!) da qualsiasi altra cosa, ma non certo dal mercato, come prova, tra l’altro, il cambiamento del lessico, che ha trasformato in “utenti” quelli che erano semplicemente alunni, con la conseguenza dell’adattamento dei programmi e delle modalità didattiche alle presunte esigenze, appunto, dell’utenza, con tanti saluti alle necessità e ai tempi richiesti da una formazione autentica, che non potrà essere tale se viene fatta dipendere da esigenze contingenti e mode estemporanee.
Ma se non si studia più, vien da chiedersi, cosa si fa a scuola? Beh, si fanno tante altre cose, dall’educazione alla cittadinanza a quella alla salute, dall’orientamento per gli studi universitari alle gite turistiche, ufficialmente viaggi d’istruzione, al sistema della cosiddetta alternanza scuola-lavoro, che ambisce a fondere due momenti prima separati. Insomma, a scuola si è smesso di studiare perché il suo fine, la sua ragion d’essere non è più lo studio: studiare è infatti ritenuto inutile, fatica sprecata, è diventato demodé, un’attività priva di appeal da non augurare a chi si vuol bene, tanto meno ai figli. La conseguenza di questo “fare altro” non poteva che essere, per la scuola, il “diventare altro”, essenzialmente due cose: luogo d’intrattenimento -socializzazione da un lato, “testificio” dall’altro.
Tutto questo configura una catastrofe per rimediare alla quale Paola Mastrocola non vede altro che il ritorno all’antico, alla scuola di una volta, programma che si direbbe semplice e di assoluto buonsenso. Con un neo non dappoco: nella società italiana di oggi esso è puramente e semplicemente irrealizzabile, per una congerie di fattori che hanno a che fare con l’organizzazione della vita dei ragazzi, delle famiglie e della stessa scuola, che per indurre a studiare dovrebbe, intanto, tornare a insegnare. L’autrice è infatti consapevole che esiste anche l’altra faccia della medaglia, l’insegnamento, e che se è vero che gli studenti hanno smesso di studiare lo è altrettanto che gli insegnanti hanno smesso – oltre che di studiare - d’insegnare, dovendo trascorrere il tempo in interminabili riunioni, a riempire inutili scartoffie, a preparare test, griglie di valutazione, progetti sulle cose più disparate, insomma, a fare i burocrati. Per di più preoccupandosi del futuro della scuola in cui insegnano, che se, facciamo caso, è un liceo classico sarà probabilmente alle prese col problema dei numeri e col rischio incombente dell’accorpamento.
C’è però un aspetto che nel libro non viene focalizzato come dovrebbe: se la scuola è cambiata (in peggio), lo è perché i tempi sono cambiati (in peggio) ed essa ha fatto di tutto per diventarne lo specchio. Si dà il caso che questo che stiamo vivendo sia il tempo dell’economia e del mercato (cioè del capitalismo finanziario), in cui ogni questione viene trasformata in questione di mercato e tradotta nella lingua del mercato, l’inglese globale, a cui pour cause si annette un’importanza smisurata (è imprescindibile che i futuri addetti del sistema ne parlino la lingua e soprattutto pensino in essa, in modo totalmente funzionale). Un tempo in cui la stessa politica è come l’intendenza che segue e per i fautori di un’idea verticale di cultura, un’idea, va da sé, con le radici nel passato, non c’è altro da fare che andare all'opposizione, salire sull’Aventino, “ribellarsi” con la passività e la non collaborazione in attività che con lo studio e la cultura hanno poco o nulla a che fare.
Che la riscossa possa venire dalla scuola, dagli studenti o dagli stessi insegnanti, è infatti assolutamente da escludere, perché i primi sono ormai apolidi omologati al sistema capitalistico; i secondi si sono trasformati in lumpenproletariat intellettuale, ancor prima che materiale, assolutamente inadatto, come pensavano Marx ed Engels, a qualsiasi forma di organizzazione.

Acquista il libro

Nella foto: la copertina del libro "La passione ribelle" di Paola Mastrocola.

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(9.12.15) NATALE FRA ATTENTATI E ALLARMISMI: TIRO FUORI UNA POESIA DAL MIO CASSETTO (Biagio Cirillo) - Anche il 2015 si sta preparando al Natale, purtroppo con tante paure in tutto il mondo, guerre, attentati, allarmismi sono all'ordine del giorno. Politica mondiale, religioni, culture e razze diverse si mischiano creando un caos totale, tutti vorrebbero comandare il mondo ma non hanno capito che il mondo è di tutti.
Questo a mio avviso è già un inizio della terza guerra mondiale, o forse sto esagerando ma quello che sta succedendo mi porta a pensare che è così. Per questi motivi ho pensato di tirare fuori una delle poesie dal mio cassetto.
Un abbraccio affettuoso a tutto lo staff.

Stu mundu

Stu mundu è fattu i tanti cosi,
di perzùni non cridenti e religiosi,
d'amìci, di nimìci e traditùri,
di Madonni e di Santi protettùri.

E' fattu i criatùri, di giùvani e d'anziani,
di pòpuli potenti e pòpuli cu fami,
è fattu di terra, di acqua e di suli,
di òmani c'a suttàna e di òmani d'onùri.

E' fattu di fìmmani cu a sicaretta o mussu,
cu l'unghi pittàti e vestiti di lussu,
è fattu di ministri e puru di regnanti
chi supa a na poltrona si sèntinu potenti.

E' fattu di mafia e di genti strafuttenti
chi jornu pe jornu su sempri cchiù fetènti,
è fattu d'amuri, di gioia e di furtuna
di suli, di stelli e di na bella luna.

Stu mundu è fattu puru i tanti peccatùri
chi cu na bibbia 'e mani su vicini o' Signùri,
di previti chi cumpèssanu e làvanu i peccati,
di perzùni scàpuli e puru i maritàti.

Stu mundu è fattu i cielu e di n'azzùrru mari,
di tanti spiaggi belli ca ti fannu ricriàri,
è fattu di lavuru e di tanti schini lisci,
di cu mangia sulu pani ca non avi carni o pisci.

Stu mundu non è chiàttu e non è mancu quatràtu,
na vota era sanu e mò è tantu malatu,
nu mundu i pacifisti e puru di ribelli,
cu tanti cosi brutti, ma puru cosi belli.

Stu mundu eni di tutti, ma parìmu li patrùni,
non ndi rendìmu cuntu ca simu li garzùni.
Stu mundu 'ndavi sulu nu patruni Onnipotenti:
si chiama Signuri ed è u Pàtri i tutti quanti.

Biagio Cirillo
 



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(23.12.15) DARE A CESARE QUEL CHE E' DI CESARE (Pasquale Cannatà) - Nei primi giorni di questo dicembre dell’anno 2015 sono venuto a conoscenza tramite il “Corriere della Sera” di un esperimento sociale di due giornalisti olandesi che hanno fatto leggere ad alcune persone fermate per strada certi versetti di un libro che aveva la copertina del “Corano” ma al suo interno conteneva la “Bibbia”.
L’intenzione dichiarata dei giornalisti era quella di dimostrare che se l’islam è ritenuta una religione violenta e discriminante, anche nel “cristianesimo” non mancano precetti che la civiltà occidentale moderna ritiene inaccettabili: cominciando dal ruolo delle donne che devono essere sottomesse e proseguendo con le punizioni corporali, con la guerra e così via si vorrebbe far credere che anche il “cristianesimo” sia pieno di indicazioni moralmente e civilmente sorpassate, mentre non mancano nel Corano molti passi che parlano di amore e compassione. Quando i giornalisti hanno mostrato alle persone intervistate che quelle parole erano scritte nella Bibbia, queste sono rimaste sbalordite pensando che le cose lette facessero parte di una religione che credevano piena di indicazioni rivolte all’amore, alla pace ed all’uguaglianza, senza rendersi conto della differenza tra l’Antico Testamento da cui erano tratti i brani ed il nuovo Testamento.
A me hanno insegnato che in matematica, se si parte da alcuni dati inesatti, anche se poi si eseguono tutti i procedimenti in modo corretto è inevitabile che si giunga ad una soluzione sbagliata. Lo stesso vale in un discorso dialettico quando la premessa non è valida: tutte le argomentazioni successive e le conclusioni a cui si arriva sono del tutto fuorvianti.
Sono in molti a definire cristianesimo, ebraismo e islam come le ‘tre religioni del Libro’, ma io credo che questa definizione valga per l’ebraismo che applica alla lettera non soltanto le leggi dettate da Dio a Mosè e che sono quindi immutabili, ma anche quei precetti contenuti in quello che per noi cristiani è l’Antico Testamento e che dovevano valere solo per la vita quotidiana di quel tempo; lo stesso si può dire per l’islam per il quale il Corano è anch’esso dettato da Dio: quel libro non è solamente un testo religioso, ma anche giuridico ed è la base della legge, rendendo difficile il confronto con la cultura occidentale su entrambi i piani (sociale e morale, reato e peccato).
Per noi cristiani invece la Parola della scrittura non è mai un dettato di Dio, ma è ispirata da Lui, ragion per cui, ed è una conseguenza importante per la nostra cultura e il nostro modo di vita, il cristianesimo non è propriamente una religione del libro.
L’Antico Testamento contiene storia e dottrina, il Vangelo è tutta dottrina; l’Antico Testamento non ci appartiene se non in quanto contiene l’annuncio e la preparazione all’avvento del Cristo, ed essere cristiani vuol dire credere che Gesù Cristo è figlio di Dio e Lui stesso Dio e cercare di vivere la buona novella che ci ha rivelato mettendo in pratica la dottrina contenuta nel nuovo Testamento.
Un lettore del Vangelo che sia poco attento, potrebbe dirmi che Gesù Cristo ha affermato di non essere venuto in questo mondo per “abolire la legge, ma per completarla”, per cui tutto l’Antico Testamento è ancora valido anche per i cristiani: è il solito caso in cui si vuol usare un brano estrapolato da un contesto per avvalorare una propria tesi contraria al significato che esso ha nella totalità del testo in esame.
Certamente non si può cancellare nulla della “storia” a volte anche scabrosa degli ebrei e delle guerre combattute da loro come da tutte le altre popolazioni del mondo, ne’ si può abolire nessun insegnamento tra quelli religiosi e morali praticati dagli israeliti: ma quando Gesù dice “date a Cesare quel che è di Cesare e a Dio quel che è di Dio” ecco che viene il completamento della legge di cui il Cristo è artefice.
Via tutte le tradizioni e le pratiche imposte da scribi e farisei relegate a storia, cronaca e vita quotidiana di competenza di “cesare”, via le vendette, le discriminazioni e la violenza e spazio all’amore dovuto a Dio ed al prossimo ed al perdono che noi dobbiamo concedere ai nostri fratelli così come lo vorremmo concesso da Dio per noi.
Se in una delle lettere apostoliche di san Paolo si legge che le donne devono essere sottomesse ai mariti, fermandosi qui si potrebbe parlare di discriminazione, ma andando oltre si legge che i mariti hanno il dovere di amare le mogli come il proprio corpo, perché chi ama la propria moglie ama se stesso: lo stesso Paolo scrive inoltre che “nel Signore né la donna è senza l’uomo, né l’uomo è senza la donna; come infatti la donna deriva dall’uomo, così l’uomo ha vita dalla donna”, in buona sostanza deriva dalla donna, ed hanno quindi la stessa dignità.
Quando Gesù perdona l’adultera, la invita anche a non peccare più, e questo ci insegna che bisogna sempre perdonare il peccatore, di qualsiasi colpa si sia macchiato, ma che bisogna anche condannare i comportamenti a Lui non graditi senza cadere nella trappola del modernismo che vorrebbe indurci ad accettare l’aborto, l’eutanasia, l’utero in affitto per dare figli anche a coppie omosessuali e tutte le altre cose che alcune lobby cosiddette progressiste tendono ad imporci.
Gesù ci invita ad estendere questo amore e questa misericordia verso tutti gli esseri umani, senza alcuna distinzione, arrivando ad includere persino quelli che si comportano come nostri nemici, mentre l’amore misericordioso di Allah di cui si legge nel Corano e che viene sbandierato magari anche in buona fede da alcuni seguaci dell’islam per far intendere che la loro religione non è violenta, se letto nel suo contesto si rivela essere indirizzato esclusivamente ai suoi adepti: agli infedeli viene riservata la conversione forzata, la sottomissione se non addirittura la morte.
Finché i seguaci di Maometto continueranno ad interpretare alla lettera il loro libro sacro sarà difficile che riescano a separare quel che è di competenza di cesare da quello che è dovuto a Dio, mentre per noi cristiani anche il solo fatto che Gesù insegnava in parabole ammonendo che “chi ha orecchie per intendere intenda” ci autorizza a valutare ogni comportamento non solo nel discernimento tra ciò che è lecito e ciò che non è lecito fare, ma anche misurandola col metro dell’amore dovuto ad ogni persona a noi prossima.


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(25.12.15) "L'ULTIMO DEI RIMASTI", REGISTRAZIONI AUDIO DI PEPPE MACRI' - Abbiamo oggi la possibilità di ascoltare alcune registrazioni audio di qualità del noto liutaio popolare galatrese Peppe Macrì. Come molti sanno, Macrì è un personaggio abbastanza conosciuto fra gli studiosi di musica etnica: i flauti e le altre tipologie di strumenti aerofoni di tradizione popolare da lui costruiti nel corso di tanti anni di attività, oltre a fare il giro della nostra regione - esposizione in varie mostre, interventi sulle modalità costruttive presso l'Università della Calabria - sono presenti in diversi musei italiani.
All'attività di liutaio Macrì affianca quella di poeta - ha pubblicato varie opere vincendo anche dei premi - nonchè quella di scopritore di reperti del passato, alcuni dei quali conservati a loro volta presso importanti musei.
Grazie all'intervento di Sandro K. Distilo siamo in grado di proporvi in anteprima delle registrazioni professionali che catturano alcune performance esecutive sui propri strumenti da parte di Macrì, alcuni momenti di recitazione e alcune novità del mondo del personaggio, il quale negli ultimi tempi ha ampliato la gamma delle proprie sonorità estendendola ad altri momenti della vita contadina e pastorale calabrese del passato, ma anche del presente.
Le registrazioni audio di Sandro K. Distilo - studio Geko - tendono a restituire le performance in modo molto fedele a quello che è lo spirito originario dell'esecutore e gli interventi di editing sono solo quelli indispensabili a garantire un prodotto di alta qualità.
In basso i link con i titoli dei brani scaricabili singolarmente in formato Mp3 ed il link da cui si possono scaricare, sempre in Mp3, tutti i 21 brani. Buon ascolto.

Introduzione   Solitudine
Il grido dei pastori   Addio massari
L'uomo della foresta   Il lamento
Il gioco dei fanciulli   Sorgi Israele

Scarica tutti i 21 brani


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(25.12.15) UNA POESIA PER IL TOMBOLONE (Biagio Cirillo) - Ho scritto questa poesia "Salta la tombola" perchè volevo pubblicarla dopo Natale per il tombolone di fine anno. Invece mi è arrivata notizia che il tombolone si fa il 26 Dicembre e purtoppo non sarò presente.
Spero che farà piacere agli organizzatori del tombolone poter avere una poesia da leggere come intrattenimento tra una vendita e l'altra delle cartelle.
Con questa occasione voglio augurare un Buon Natale a tutti i galatresi. Un sincero Augurio di Buon Natale a voi della redazione e alle vostre famiglie.

Salta la tombola

Arrivi all'entrata,
na fila di genti,
na stritta di manu
a cu veni i luntanu,
saluti ed abbrazzi,
paroli e schiamazzi.

Cu vaci di fretta mu pigghia nu postu,
ca voli mu staci nu pocu cumpostu;
t'assetti a na séggia o supa nu bancu,
nci duni na pinna a cu staci di hjancu,
e mentri assettàtu io sugnu chi penzu,
di corpu arriva nu pocu i silénziu.

Na vuci di fìmmana cumincia a parlari,
cu nùmara dispari e nùmara pari,
cumincia lu spassu e si parti a jocàri,
e lu primu ambu lu fannu i cotràri.

Cu dici "quatèrna!", cu grida "cinchìna!",
u prémiu è cchiù grossu di chidhu di prima,
a cosa diventa ancora cchiù bella
quandu si senti "io fici cartella!"

Nci voli lu tempu mu duni i rigali,
corcùnu si 'ncrisci e vaci a mangiari,
l'àutri restanu pe n'atra cartella
sperandu c'a prossima è ancora cchiù bella.

Cu pìgghia la stessa,
cu a voli diversa,
cu si faci pregari
ca non voli jocàri;

nc'è chidhu chi vinci puru ddù voti
e faci sentiri forti la vuci,
c'è chidhu chi perdi puru a speranza
e s'alluntana senza pacènza.

Quandu tuttu finisci, oh chi 'mbughìnu,
cu sposta la seggia e cu' u tavulinu,
cu spingi p'a fretta mu vaci p'a casa,
cu si saluta e puru s'abbàsa.

Si st'annu no sugnu nte partecipanti,
vògghiu u salutu a tutti i presenti,
a cu vinni mu guarda li jocatùri
e soprattuttu all'organizzatùri.

Biagio Cirillo


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(30.12.15) VALENTINA GULLACE E NICOLA SERGIO IN CONCERTO A POLISTENA - Il Comune di Polistena in collaborazione con il Centro Sperimentale d'Arti Sceniche "Dracma" ha organizzato per Mercoledì 30 Dicembre, alle ore 21.30, una serata d'eccezione presso l'Auditorium Comunale: ad esibirsi saranno l'ormai ben noto pianista galatrese Nicola Sergio che col suo strumento supporterà la voce di una cantante dalle doti fuori dal comune, anche lei di origine galatrese, Valentina Gullace, figlia di Maria Scoleri.
Valentina è molto legata al suo paese d'origine avendo trascorso gran parte della sua infanzia nella casa dei nonni materni. Il concerto si intitola "Una serata a Broadway" e darà al pubblico l'opportunità di immergersi nelle magiche atmosfere del musical.
In basso vi proponiamo la locandina dell'evento e la scheda con le ultime tappe del tour concertistico di Nicola Sergio:



www.valentinagullace.com

www.nicolasergio.com




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