MAPPA METEO RECAPITI UTILI MERCATINO FOTO CODICE FISCALE PAGINE RADIO GALATRO IERI E OGGI FIRME

Daniela Raschellà: perché mi candido...

Ho accettato il caldo invito a candidarmi nell'amministrazione comunale del nostro paese, perché ho sentito che su ognuno di noi incombe l'onere civile di dare un contributo alla comunità nella quale viviamo.
Tale dovere è ancora più intenso, allorché la nostra comunità per gravi negligenze storiche ha subito un processo di arretramento involutivo dal quale si deve riscattare. Nonostante qualcuno mi abbia detto che non esistono più le ideologie, come se si trattasse di qualcosa che uno può decidere di usare quando gli servono, e di riporre in un cassetto quando non servono più, senza rendersi conto che uno o le ha oppure no, perciò io affermo che sì sono cadute le barriere, i confini, dobbiamo ritenerci tutti cittadini d'Europa, ma questo non significa perdere i valori e gli ideali, gli unici che ci consentono di vivere, di pensare, di sognare, altrimenti, saremmo in balia del padrone di turno, perciò abbiamo il diritto e il dovere di ricordare, per evitare che un altro più furbo ci faccia dimenticare chi siamo, cosa abbiamo fatto e cosa ancora vogliamo.
In quest'ultimo anno vissuto a Galatro, ho capito meglio, cos'è il "sentirsi malinconico". E credo di non sbagliare, sostenendo che è una sensazione diffusa tra molti di noi galatresi. Questo perché malinconia altro non è, che questo sentirsi finiti, limitati, conclusi. E' l'impossibilità di fare qualcosa che ci entusiasmi. La malinconia è questo desiderio di infinito, di ricongiungersi al tutto e superare la finitezza.
Malinconia è riflessione ed autoconoscenza, perché è la consapevolezza di non essere completi, di mancare di qualcosa d'inafferrabile, che ad averlo ci farebbe sentire pieni, infiniti, e quindi felici.
Ognuno può scegliere cosa vuole per essere felice, un posto di lavoro, o uno migliore, un luogo per incontri di scambi culturali, una strada ben asfaltata, un asilo nido, un parco gioco, un corso di pittura, e tutte queste cose può ottenerle, come dice un caro conoscente, "rimboccandosi le maniche", impegnando se stesso, dandosi, e chiedendo gli aiuti possibili alle autorità competenti. Oppure può starsene a casa, tutto solo, o magari in piazza, e perdersi follemente nella ricerca di qualcosa, godere dei suoi ideali e sogni, proprio come Novalis che faceva ricercare al suo Enrico di Ofterdingen il fiore blu, il fiore dell'autoconoscenza, o come tutti i romantici, ma almeno Novalis tradusse in concreto e in parte, la sua ricerca, con le sue opere. Noi, né poeti, né scrittori, né filosofi, che vantaggio ne avremmo? Sicuramente saremo più capaci di analizzare, di comprendere meglio i nostri bisogni, ma se è vero che Dio giudica gli alberi dai frutti e non dalle radici, quali saranno i nostri frutti? Chi li vedrà? Chi ne godrà? Se non li produciamo. E non è rifugiandosi che si ottengono risultati, ma avendo il coraggio di proporsi agli altri.
Si riesce ad andare avanti, solo dandosi valore, stimando le proprie idee, e non facendosi abbattere dalla quotidiana realtà, ma "conferendo a ciò che è comune, un significato elevato; al consueto, un aspetto misterioso; al noto, la dignità dell'ignoto e al finito l'apparenza dell'infinito". E' difficile in questi tempi, ma ditemi quanti di quelli che si sono elevati, che hanno lottato per i loro ideali, sono stati "compresi" dai propri contemporanei...? Eppure sono convinta che c'è chi vede in chi si eleva, la serenità malinconica di chi, al di là di ogni fallimento, continua a credere nei + alti valori comuni agli uomini.
Possiamo essere utili tutti come lo è stato Don Chisciotte, per fare le nostre battaglie morali e per avere più coscienza della realtà, per capire il senso della libertà, non riconducibile a schemi, e moralmente superiore alla forza delle circostanze, in lotta e in contrasto con il tessuto delle relazioni sociali, perchè nel momento in cui altri si prendono beffe di noi e ridono dimostrano la loro pochezza, e la loro miseria terrena, e si rivelano molto più criticabili a confronto con le nostre passioni e i nostri contributi, resi in qualsiasi modo.
In fondo noi tutti sappiamo già che altri che seguiranno faranno meglio di noi. Questo è un dato, storico oltre che letterario. E questo ci dà la forza e la serenità per affrontare la realtà dei problemi di tutti i giorni, anche in un paese come Galatro, e soprattutto per fare. E così sarà per gli altri che verranno, niente è finito. Possiamo vivere di illusioni, ma non dobbiamo vivere ritardando tutto il ritardabile, perché convinti di essere immortali, sappiamo che presto o tardi, ogni uomo farà tutte le cose e saprà tutto. Se ognuno vivesse e pensasse così, sarebbe solo anima, può essere consolatorio...ma non basta su questa terra, in questa vita.

Daniela Raschellà


indietro

ULTIME

Copyright @ Associazione Culturale del Metramo 1999 -