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< 1998 Cultura 1999 2000 >

10.7.99 - Tuoni senza fine
di Giuseppe Macrì

29.9.99 - Un pensiero fertile
di Mariarosa Galimberti

26.10.99 - Il film di Kubrick
di Mariarosa Galimberti





(18.12.99) TUONI SENZA FINE

Suoni, tuoni infiniti in questo tempo atroce
onde sconsolan le rupi.
Nelle valli genti con lamenti piangono
tristi d'aver sopportato inganni.
Le siepi son bruciate dal vile tempo,
nei sogni si avvertono tempi duri per ogni esistenza,
non per siepi, non per valli,
ma per la gente che vive di speranza.
Ora la terra fertile produce frutto,
arduo vile frutto stecchito che perisce nel tuono.
La gente più triste si raduna in palese,
ove bambini e vecchi si accostano ai focolai,
nelle perdute campagne si sentono rimorsi.
Il vento atroce spazza via nel tempo amari inganni,
presso l'ovile non esistono più alberi né strade.
Fulmine atroce spazza via ogni esistenza,
nei fiumi secchi corrono cavalli-fantasma;
tuoni, brividi, spavento, si avvertono
all'alba di un mondo che esiste solo nel domani.
L'uomo vive e sente la speranza
ricostruendo ogni fattura manuale per l'esistenza.
Ardua è la via dell'uomo che vede nel domani.
Tutto finisce nei tempi, sperando nel tuono,
che ci porti grandezza infinita in ognuno.

Giuseppe Macrì


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(29.9.99) UN PENSIERO FERTILE - (Mariarosa Galimberti ci propone un pensiero da lei letto e che ci sembra il caso di pubblicare. Apre spunti per la riflessione.)
"Tutto ciò che di bello e memorabile è avvenuto nella nostra esistenza lo si deve al fascino esercitato da esperienze di seduzione sottile che ci hanno permesso, senza nemmeno rendercene conto, di uscire sia pure per poco dalla realtà quotidiana per entrare nel mondo del possibile, del sogno, dell'avventura, della nostalgia e dell'utopia, in una parola della fertilità."
Fulvio Scaparro (Corriere della Sera 24.9.99)


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(26.10.99) IL FILM DI KUBRICK (di Mariarosa Galimberti) - Una critica cinematografica da chi di cinema non se ne intende, ma sa riconoscere le grandi cose.
Splendido, universale, incredibilmente nostro "Eyes wide shut" di Kubrick. Lavora su quelle che sono state le sue ossessioni: il sesso e i riti satanici. Con la suprema capacità di simbolizzazione che gli è propria, indaga i misteri del sesso, l'uomo e la donna, i contenuti eterni dell'inconscio contestualizzati nella nostra dimensione di oggi, del post-femminismo, del maschio non macho. I rapporti sono sempre sofferti, non più per la lotta dei ruoli, ma per i diversi piani in cui viviamo e per la diversa esplicazione al maschile e al femminile: l'avventura per l'uomo, il sogno per la donna e ancora il potere salvifico e sacrificale della donna. Con una comprensione umana, quasi cristica, che abbraccia i nostri demoni e i nostri angeli. Musiche bellissime, ambienti raffinati, inquadrature semplici e potenti, un capolavoro di quelli che, se lo rivedi, ci trovi altri cento significati. I geni esistono ancora!


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