Come per la maggior parte dei cittadini di Galatro, la questione Terme mi appare molto confusa e poco lineare, perciò non azzarderò alcun pronostico sul possibile rientro delle stesse al Comune o mi avventurerò in tecnicismi su come sarebbe giusto gestirle.
Il futuro delle Terme è di cruciale importanza per la nostra piccola comunità e proprio per questo speravo che le compagini di minoranza e maggioranza assieme si trovassero sullo stesso fronte, per una volta, a lottare unendo le forze per riconsegnare le Terme ai galatresi.
Sarebbe stato il trionfo della buona politica, quella senza frivoli personalismi, quella che opera per il bene della collettività, la politica di tutti e non di pochi, quella che ho tanto urlato durante i miei comizi. Sarebbe stato inoltre un lodevole esempio per i più giovani.
Ricordo inoltre, che era anche l’intento di “Galatro Viva” la riacquisizione delle Terme, infatti scrivevamo sul programma: “Il 31 Dicembre 2016 scade il contratto dell’attuale gestore delle Terme… è nostra intenzione riportarle nella piena disponibilità del Comune… saranno gestite dal Comune nelle forme previste dalla legge”. Per tale motivo stento a comprendere azioni che hanno il sapore di ostruzionismo.
Spero solo, dal canto mio, che l’eventuale ritorno delle Terme nella completa disponibilità del Comune possa essere ben organizzato, e che dia occupazione ai tanti galatresi che oggi si trovano in una grave situazione di precarietà ma soprattutto che questi vengano individuati prescindendo dal colore politico.
La mia storia personale e familiare mi ha insegnato che il diritto individuale di esprimere il proprio pensiero, senza condizionamenti di sorta, sia una delle più grandi libertà che ha l’uomo.
In vero, come Ella sottolinea, gli ultimi avvenimenti di cronaca riaccendono il dibattito politico-legislativo e religioso sul diritto alla dolce morte. Essi mettono in evidenza la necessità che il nostro Parlamento legiferi in materia. Tali vicende ci pongono davanti ad una cruda realtà, che lascia tutti noi senza parole, di fronte alla quale il dolore e la compassione per una vita così spezzata fanno da padrone.
E’ questo un tema dove si scontrano e si contrappongono principi e valori di rango costituzionale, primi fra tutti quello della persona umana, della sua dignità e della sua libertà. La Costituzione infatti, com’è noto, tutela la libertà personale come fondamentale diritto dell’individuo. Secondo taluni sostenitori dell’eutanasia tale diritto comprenderebbe anche quello di non essere curato.
I fautori della tesi contraria però sottolineano come la libertà dell’individuo non deve essere sganciata dai doveri di solidarietà sociale imposti al singolo. L’individuo perciò non va considerato singolarmente, ma nell’ambito della società in cui vive. Lo stesso art. 32 della nostra Carta Costituzionale riconoscendo la salute come interesse della collettività impone al soggetto un dovere inderogabile di curarsi, affinché possa adempiere a tali doveri.
Ed all’interno di quest’ottica che ruota il divieto di poter decidere sulla propria vita. Giungere ad una soluzione che contemperi entrambi gli aspetti non è certamente facile. Certo è che bisogna avere profondo rispetto e considerazione per le tremende scelte effettuate da malati terminali che, come il DjFabo, vanno a morire in altri Paesi Europei dove l’eutanasia è legale.
Davanti a casi così gravi sorge spontaneo interrogarsi sul vero senso della vita. Nasce la necessità di dare un giusto peso alle cose soprattutto in una società di eccessi come la nostra. Le azioni vitali quali dormire, mangiare, alzarsi, camminare ecc. non si danno più per scontate. Ma è giusto considerare in vita un soggetto che purtroppo si trova completamente paralizzato, totalmente incapace di provvedere a sé stesso e di svolgere qualsiasi azione quotidiana?
La soluzione migliore sarebbe a mio avviso quella di analizzare attentamente le diverse situazioni. Auspico che il nostro Legislatore lo faccia al più presto.
Bizantinismi del diritto! La sostanza non cambia: il prossimo 10 maggio, anche se in discussione sarà ancora la sospensiva, la decisione che verrà presa dal TAR di Reggio Calabria equivarrà in tutto e per tutto ad una decisione di merito dal momento che produrrà effetti irreversibili, sia nel caso che desse ragione al Comune sia nel caso, assolutamente malaugurato ma possibile, che non ravvisasse la totale infondatezza delle deduzioni del gestore.
E’ il caso quindi di sforzarsi di fare chiarezza a 360 gradi, separando i desideri dalla realtà e dalle concrete possibilità. Perché la partita che si sta giocando non riguarda – è bene che il punto sia a tutti chiaro - solo l’Amministrazione Comunale, ma impegna l’onore e la credibilità dell’intero paese, di ciascun galatrese in quanto tale. Tutti abbiamo, chi più chi meno, amici, parenti e conoscenti extra moenia (cioè fuori dell’ambito comunale) e se il Comune, cioè tutti noi, non riuscirà a tornare in possesso del patrimonio pubblico più importante, le Terme, dovremo sopportare per decenni i frizzi e lazzi di chi ci additerà come “quelli che non si son saputi tenere né riprendere le terme”.
Evitiamo quindi di sovrapporre l’ordinario allo straordinario, le piccole beghe paesane a una battaglia che deve essere di tutti. Eviti la maggioranza, sempre più condizionata da una coorte di fondamentalisti, di fare della battaglia per le Terme la battaglia solo e soltanto della Tromba; eviti la minoranza di dare l’impressione di indulgere nel tanto peggio tanto meglio, o peggio in folkloristiche esultanze da cui nella storia non sono mai derivati esiti esaltanti.
Orbene, diciamolo chiaro agli amministratori. Chiunque fosse al loro posto, tanto più dopo l’esito deludente dell’esperimento Terme Service, preferirebbe – esattamente come preferiscono loro - la gestione diretta comunale o quella cosiddetta dell’affidamento, altrettanto diretto, in house. Ma si tratta di un desiderio realizzabile con le risorse a disposizione del Comune e nel contempo possibile a legislazione e giurisprudenza vigenti? La domanda l’abbiamo già rivolta, senza ricevere risposta. Pensiamo però che da questa non risposta sia derivato l’incartamento in cui la vicenda attualmente si trova. Sia derivato, cioè, dall’insistenza con cui gli amministratori pensano di poter percorrere una strada impercorribile.
Il nodo va sciolto al più presto! Sarebbe auspicabile che maggioranza e minoranza lo facciano assieme in una seduta del Consiglio Comunale approvando all’unanimità un atto di indirizzo sulle terme con l’indicazione della road map, del percorso da fare in primis per riprendersi le terme, in secundis per farle funzionare a pieno regime. Se si sarà realizzato che non c’è altro da fare che la gara ad evidenza pubblica, la si faccia senza remore assurde. Tutti d’accordo, senza rimpianti e retropensieri.
Non vogliamo più assistere a uno spettacolo penoso quale quello visto nel servizio di Pianainforma (visualizzabile in basso) di qualche giorno fa. Penoso per tutti, non solo per la maggioranza!
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Nella foto in alto: ingresso dell'hotel alle Terme di Galatro.
Mai come in questo momento maggioranza e opposizione dovrebbero far fronte comune: ridare le terme ai galatresi è la priorità. Non entro in questioni tecniche che non conosco e – per dirla tutta – non mi interessano.
So che non è più opportuno perdersi in tatticismi di parte (e di partito). Basta. C’è un tempo per lo scontro politico e uno per la riconciliazione in nome di un interesse comune e superiore. Galatro non può essere umiliata così.
Non si cerchino errori e responsabilità. Non oggi. Urge ritrovare le ragioni dell’unità sociale e civile, protestare, rivendicare un diritto, far sentire - compatti - la voce di tutto il popolo. Se non ora quando.
Nella foto: tavoli imbanditi a bordo piscina alle Terme di Galatro.
Ho letto con attenzione la ricostruzione "storica" delle concitate vicende che condussero alla privatizzazione delle Terme, che Domenico Distilo ha voluto offrire ai lettori di Galatro Terme News in contrapposizione a quella che, a suo dire, starebbero diffondendo i "fans" della Tromba (che ultimamente non godono delle sue simpatie, a differenza di quando militava - col rango di Assessore alle Terme - nell'Amministrazione Cuppari).
Ebbene, ferma restando l'esattezza delle premesse (nuova struttura incompleta, vecchio stabilimento fatiscente), il resto della sua narrazione mi sembra più orientato ad una consolatoria autoassoluzione che a una oggettiva descrizione dei fatti che portarono all'affidamento della gestione al duo Sayonara-Smedile.
Infatti, come ho già avuto modo di puntualizzare in un mio vecchio intervento su questo stesso organo di informazione, l'affidamento mediante trattativa privata è avvenuto a condizioni molto più sfavorevoli per l'ente rispetto a quelle che, in qualità di capogruppo della minoranza (dopo aver fatto ritirare - dietro minaccia di denuncia alla Procura della Repubblica - il primo testo proposto dalla maggioranza, in cui non era stata prevista alcuna garanzia per il Comune), avevo preteso fossero inserite nel bando di gara ad evidenza pubblica.
E che tale affidamento sia avvenuto con modalità poco chiare (ricordo che si parlò addirittura di una seconda offerta pervenuta al Comune ma "stranamente" non presa in esame) non lo dico io ma è scritto nero su bianco in un provvedimento della Procura della Repubblica di Palmi, che indagò sulla vicenda a seguito dei numerosi esposti presentati dall'ex Sindaco Bruno Marazzita.
Quanto poi al disciplinare allegato al bando (diverso da quello successivamente utilizzato in sede di trattativa privata) ricordo a Domenico che quasi tutte le modifiche da me proposte vennero cestinate con la motivazione che erano troppo sfavorevoli per il gestore privato e quindi avrebbero avuto un effetto dissuasivo nei confronti di eventuali aziende interessate a partecipare alla gara.
Chiarito, dunque, che la minoranza dell'epoca nulla ha a che spartire con l'affidamento a trattativa privata deciso - alle condizioni imposte dagli offerenti - dall'amministrazione in cui Domenico ricopriva un ruolo chiave, per onestà intellettuale non posso negare che i primi anni di gestione della Terme Service avevano indotto molti, me compreso, a credere che la scelta fosse stata tutto sommato positiva. Difatti, buona parte delle opere di completamento previste a scomputo del canone erano state realizzate e la struttura risultava ben avviata.
Purtoppo, come tutti ormai riconoscono, tali aspettative sono andate deluse. A partire dal 2006, infatti, la società concessionaria è entrata in una fase di crisi gestionale che ha, dapprima, visto uno dei soci uscire di scena a causa di un fallimento e, poi, dal 2011, ha registrato l'ingresso di un nuovo socio che, di fatto, ha preso le redini del comando della Terme Service esautorando il precedente amministratore (che, pur essendo ancora proprietario del 50% della società, nessuno ha più visto a Galatro), con i risultati che sono oggi sotto gli occhi di tutti.
In conclusione, caro Domenico, è vero che nel 2000/2001 c'erano poche alternative all'affidamento delle terme ai privati ma, fattelo dire da chi ha vissuto i fatti da una visuale privilegiata, quella trattativa privata grida ancora vendetta.
Pasquale Simari
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Caro Pasquale,
premesso che non ho nulla di cui consolarmi, la Tromba di oggi è tutt’altra cosa da quella del ’97. In comune ha solo il nome ed assomiglia piuttosto alla variegata coalizione che sostenne Marazzita dopo la sconfitta dell’85, accompagnandolo sul viale del tramonto in un clima generale ammorbato da dosi massicce di intolleranza e fanatismo sparsi a profusione. Che oggi tra i militanti più esagitati della Tromba ci siano alcuni che quella stagione la vissero nel fronte opposto alla Tromba di allora non è necessariamente un caso né senza significato.
Quanto all’affidamento a trattativa privata diretta, questo non poteva non portare con sé “condizioni molto più sfavorevoli per l'ente”. Giungendo dopo due esperimenti di gara andati deserti, era inevitabile che le clausole venissero rese più elastiche. Inoltre, se i due esperimenti sono andati deserti con l’impostazione favorevole data da noi, cosa sarebbe successo con quella meno favorevole proposta da te?
E’ certo poi che, come minoranza (di allora), non c’entri nulla con l’atto amministrativo dell’affidamento. Che è stato fatto dal tecnico comunale a seguito ad una delibera di Giunta a sua volta frutto di un atto d’indirizzo del Consiglio approvato all’unanimità e dunque frutto della scelta di fondo dell’affidamento in gestione condivisa anche dalla minoranza (di allora).
Quanto infine alla poca chiarezza “messa nero su bianco” dalla Procura della Repubblica di Palmi, di cosa stiamo parlando? Quali sarebbero le modalità molto chiare per la conduzione di una trattativa diretta? Non essendosi ravvisate né illegittimità né illegalità, c’è da pensare che si tratti di formule buone per tutti gli usi.
In ultimo Pasquale, mettiti d’accordo con te stesso: se “nel 2000/2001 c'erano poche alternative all'affidamento delle terme ai privati”, come fa quella trattativa privata a “gridare ancora vendetta”? Non si può, dopo aver operato una scelta razionale, responsabile e “senza alternative” assecondare un sentimento popolare che si può comprendere ma non giustificare.
Non ho mai pensato che gli utenti fossero “masochisti” o “stupidi”, purtroppo però, ignari di quelle condizioni! Sicuramente ci si pone la domanda di come non si siano accorti. Anche per questo vorrei fare un esempio semplice ma “dimostrativo”: se un ospite viene a farmi visita ed ho la cucina in disordine, lo invito in soggiorno e viceversa. Quindi non facciamo come il “cane che si morde la coda”, assumiamoci le nostre responsabilità.
Prima di concludere, porgo i saluti alla Redazione a cui va la mia stima per la metodologia imparziale con cui, da parecchi anni, ci informa sull’andamento del paese.
Soffitto alle Terme di Galatro, così come lasciato dall'ex gestore.
Lettera che è bene dirlo, ho inviato anche a Lei, all’assessore con delega alle Terme nonché al capogruppo della minoranza.
Ciò nonostante, vi avviate a fare una variazione di bilancio e un bando per assumere 4 medici. E su questo tornerò a breve.
Intanto mi auguro, per Galatro ed i galatresi, che qualcuno dei vostri avvocati (pagati con soldi pubblici) che vi seguono nelle vicende delle Terme, o anche quelli che vi seguono nella vicenda delle Royalty della Centrale elettrica, possa smentire le mie conclusioni sulla illegittimità della delibera summenzionata.
A proposito di Royalty, consiglierei di stanziare sulle Terme anche quei crediti. Tanto è un bilancio previsionale e qualcuno li dovrà pur pagare queste Royalty. Li pagherà o la società che gestisce la centrale o voi amministratori come danno erariale.
Dicevo sulla variazione di bilancio. È mia impressione, ma potrei sbagliarmi, che state partorendo atti con il precipuo scopo di dare fumo negli occhi e continuare ad illudere i galatresi. La vicenda della variazione di bilancio ha dell’assurdo e ne spiego il perché.
Dal prospetto allegato alla Delibera di Giunta nr. 32 del 04/05/2017 si evidenziano le seguenti voci:
ENTRATE: PROVENTI PRESTAZIONI TERMALI - Euro 400.000,00
USCITE: ACQUISTO DI BENI E SERVIZI - Euro 163.800,00 (-) MANUTENZIONE IMMOBILE TERME - Euro 186.200,00 (-) SPESE PER PRESTAZIONI DI LAVORO DIPENDENTE - Euro 50.000,00 (-)
TOTALE A PAREGGIO Euro 400.000,00
Poi state per fare un bando per l’assunzione di 4 medici senza la dovuta copertura finanziaria.
A scanso di equivoci, faccio presente che le retribuzioni dei medici, qualora ci saranno, verranno classificate come “redditi di lavoro autonomo”.
La vicenda mi fa venire in mente l’apologo di Menenio Agrippa. Per quanti non lo conoscessero consiglio di consultare Wikipedia dove è sintetizzato al meglio.
In sostanza ci sarà un bando per assumere i medici, mentre non si farà per la manodopera specializzata? Come se i dipendenti comunali che verranno impiegati temporaneamente abbiano già le competenze necessarie per lavorare alle Terme.
Facendo i conti della massaia, un medico costerà almeno 2.500 euro lordi che moltiplicati per quattro sono 10.000,00 euro al mese, per cinque mesi, si avrà una spesa per prestazioni di lavoro autonomo per Euro 50.000,00 che, è bene ribadirlo, sono senza copertura finanziaria.
Allora Le chiedo, Signor Sindaco, perché necessariamente quattro e non solamente due? Con i soldi risparmiati ed aggiungendo un modesto importo, potrebbe assumere 4 ex dipendenti delle Terme, i quali, oltre a ritornare ad essere occupati e non più disoccupati, sono una preziosa risorsa viste le competenze acquisite nel corso degli anni.
Le chiedo, ancora, di informare l’assessore che gli unici competenti per riportare le Terme al Comune sono gli Amministratori e non un privato qualsiasi. Mi è stato riferito che con livore, battendo i pugni sul tavolo, autoproclamava la stessa Amministrazione quale unica entità che avesse a cuore il destino delle Terme.
Lo informi pure che il sottoscritto si è offerto di fare da intermediario con due gruppi che si occupano di termalismo e che avevo anche detto che solamente la governance sarebbe stata non galatrese mentre tutto il personale sarebbe stato indigeno. Lo informi pure che Lei non si è degnato di dire: no grazie, la proposta non ci interessa.
Se è vero, e non ho motivo di dubitare, che Lei ha a cuore il destino delle Terme e il rilancio occupazionale dei galatresi, perché non ha aderito alla proposta del consigliere Migali per la fondazione interamente a capitale pubblico?
Ci dica chi sono i privati che dovrebbero entrare nella fondazione. Ci dica se ci siano stati accordi preelettorali con qualche privato.
So già che farà cadere nel vuoto le mie domande, perché come dice il saggio: interrogato, il morto non rispose.
Non la stimo e so che la cosa è reciproca, ma poco importa. L’unica cosa che mi sta a cuore è la trasparenza e la legittimità degli atti, affinchè i galatresi possano, con pieno titolo, dire che le Terme di Galatro sono e saranno le proprie terme.
Il gestore "Terme Service" con me è stato impeccabile. Se mi ha accolto nel salone non vuol dire che a breve avrebbe reso la cucina linda e profumata. Sono molto addolorata da tanta cattiveria che sta portando a galla questa situazione.
Dopo tanta esperienza troverò altre strutture termali dove lavorare, ma con rammarico perché Galatro ha delle forti potenzialità ed è un riscatto per il sud Italia. Dica a chi di dovere di non lasciarle marcire perché sarebbe davvero un peccato.